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Tutto il risiko per le scelte del porto

LIVORNO – Cambia davvero tutto a Livorno, progetti per il porto compresi, dopo la tremenda legnata inferta dalle elezioni al non più egemone Pd? Una cosa è certa: con il Comune in mano ai “Cinque stelle”, nessun s’illude che si tratti di un’operazione gattopardesca, tipo cambiare tutto per non cambiare nulla.
[hidepost]Peraltro il neo-sindaco ingegner Filippo Nogarin sembra disposto a lavorare con tutte le istituzioni senza “grillismi”: come ha dimostrato nei primi, proficui ed anche collaborativi contatti con l’altrettanto giovane sindaco Bacci (Pd) di Collesalvetti. E non è cosa da poco visto che Bacci chiede da tempo di vedere allargato al suo territorio – e all’interporto Vespucci – il ruolo di retroporto con relativo ingresso nel comitato portuale. Il tutto sempre negato dai “niet” del Comune di Livorno (oltre che dall’interpretazione della legge riferita da Provinciali, che non sarebbe favorevole).

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Certo, ad oggi si stanno facendo i conti senza l’oste: cioè senza avere ancora chiaro che cosa produrrà (e “se” produrrà qualcosa) la riforma della legge 84/94. Però i conti, i conteggi e le ipotesi operative già si sprecano. Non per niente alla fine della settimana scorsa il presidente dell’Autorità portuale Giuliano Gallanti ha tenuto una riunione riservata dei dirigenti (riservata alla livornese: mezz’ora dopo tutti sapevano tutto…) su due temi diventati ancor più scottanti: la privatizzazione della Porto 2000 e il bando di gara per i bacini di carenaggio.
Sul tema bacini si registra la chiusura dell’indagine aperta dalla magistratura su denuncia dei riparatori navali: indagine che ha stabilito la correttezza di tutte le operazioni che hanno portato il bacinone ad Azimut-Benetti e che hanno confermato l’assenza di responsabilità civili e penali del suo degrado. Da chiedersi: ma il bacinone è finito in malora solo per volontà degli extraterrestri? Gallanti da parte sua si sente sotto pressione dalle rinnovate richieste dei riparatori e dal fatto che al loro fianco la proposta supportata anche dal vescovo Giusti metterebbe addirittura sul piatto i 20 milioni necessari a ripristinare il bacinone. Una offerta che fa riconsiderare la scelta – da qualcuno data per avvenuta con la benedizione del Pd locale – di articolare la gara in modo da assegnare il bacinone ad Azimut-Benetti. La nuova linea prospettata da Gallanti passerebbe per un compromesso: bacinone ad Azimut-Benetti ma con un’apertura ai riparatori navali per navi medio-piccole (e c’è però da definire quali siano le dimensioni). Nogarin e i suoi “grillini” non sembrano particolarmente affascinati dai mega-yachts di Benetti: ma nello stesso tempo non sono stupidi e sanno che si tratta di lavoro, con ricadute milionarie sul territorio non solo livornese. Fare la quadra non sarà semplice e Gallanti forse si morderà la lingua per aver promesso la gara prima della fine del suo mandato.

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Sulla gara per la Porto 2000 ci sono ancora più dubbi da sciogliere. L’advisor è stato chiaro: così com’è la Porto 2000 vale meno della metà di quello che varrebbe se fossero prima completati i programmi: trasferimento del TCO, realizzazione del “comparto crociere”, soluzione concordata sulle concessioni della Cilp sull’alto fondale, prolungamento della concessione che scade nel 2018, quindi praticamente domani. Molte di queste soluzioni sono realisticamente realizzabili solo in tempi non brevi: per esempio l’Alto Fondale, che può “passare” alla Porto 2000 solo quando sarà pronto il magazzino dei forestali per la Cilp nella zona K, cioè tra un anno e mezzo. Ha senso privatizzare prima? Ma qui subentra anche la politica: e Nogarin sembra condividere la tesi di Costalli (Camera di Commercio) che vorrebbe in ogni caso un ricambio al vertice della Porto 2000 entro la fine dell’anno. Roberto Piccini non ha più il sostegno del sindaco amico Cosimi e il partito s’è squagliato. Solo che è davvero possibile un asse Costalli-Nogarin su un altro nome condiviso? E quale nome? E infine l’immobiliare presieduta da Asti rientrerà nell’alveo e potrebbe diventare così il compromesso per cambiare tutto facendo finta di non cambiare niente?
Last but not least si apriranno a breve i giochi per l’Autorità portuale. Gallanti scade a primavera ma la prassi è per un’ammuina già da autunno. Rimane l’incognita – e le carte difficilmente saranno scoperte prima – della riforma. Perché se prevarrà la linea di far nominare i presidenti direttamente da Roma – Lupi e lo stesso Renzi ci stanno lavorando – tutto l’agitarsi in loco sarà solo aria fritta. Si scaldano, come abbiamo già scritto, Massimo Provinciali, Luciano Guerrieri, Nereo Marcucci, Angelo Roma, Marco Brusco, ma alcuni di questi nomi potrebbero essere stati buttati li solo per far confusione.
Di certo, come ha detto Nogarin all’insediamento in Municipio, ne vedremo delle belle.
Antonio Fulvi

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Pubblicato il
18 Giugno 2014

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