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Sul Piano Regolatore Portuale troppe suggestioni, poca innovazione?

Un dettagliato intervento della sezione Porto di RC per il neo-sindaco Filippo Nogarin – La crisi dell’ALP

In una lettera aperta al neo-sindaco di Livorno Filippo Nogarin, il segretario del Circolo Porto Luigi Moggia ha così affrontato il tema del Piano Regolatore Portuale predisposto dall’Authority.

LIVORNO – Piano Regolatore Portuale: la discussione su questo importante strumento programmatico è avvenuta più sulla base di suggestioni che non di elementi e studi scientifici che valutassero le attività interne al nostro scalo in base al valore aggiunto creato in termini di ricchezza e occupazione contrattualizzata, per poi definire una visione di prospettiva. Tutto ciò ha limitato il PRP ad un mero assetto di aree funzionali in modo confuso e spesso squilibrato rispetto alle reali esigenze economiche di processi funzionali.
[hidepost]Per noi rimane centrale il punto che il nostro scalo debba mantenere e sviluppare il suo carattere commerciale, dando risposte concrete anche alle esigenze delle attività crocieristiche in un’ottica di complementarietà. Il segnale che è passato fra i lavoratori del porto, che è costato caro in termini elettorali al PD, è stato quello opposto: cioè di dare centralità al settore crocieristico a detrimento di quello commerciale, non dando con ciò risposte adeguate ne all’uno ne all’altro settore. Infatti l’assetto definito è esuberante rispetto alle reali necessità del settore crocieristico che abbisogna più che altro di banchine per accogliere i grandi vettori. L’accordo trovato tra Cilp e Porto di Livorno 2000 sulla Calata Alto Fondale è utile a definire un assetto stabile per il settore crociere, ma senza la resecazione della Calata Orlando e il tombamento della Darsena Firenze si discute di poco o del nulla.
Il lavoro portuale deve tornare ad essere un fattore centrale delle sviluppo del porto, su cui si misurano non solo le condizioni sociali dei lavoratori, ma anche i caratteri imprenditoriali che vogliamo sviluppare: nanismo imprenditoriale prevalentemente intermediario o dimensionamento “industriale”?
Nell’immediato dovrà essere affrontata la crisi dell’ALP, la funzione dell’art.17 (lavoro portuale temporaneo), la sorte dei suoi dipendenti. La decisione di attuare la modifica recentemente approvata al comma 15, art. 17, L. 84/’94 è certamente da valutare come misura tampone perché affronta i problemi di emergenza che questa azienda vive. Ma non vi sono dubbi che questa azienda e le funzioni che svolge debbono essere stabilizzate anche attraverso la totale partecipazione di tutte le imprese autorizzate ai sensi dell’art. 16, nella compagine societaria attraverso azioni di moral suasion da esercitare in modo coordinato con l’Autorità Portuale. Inoltre si pone il problema di consolidare e rafforzare le funzioni dell’art. 17 pensando anche ad un processo, sicuramente non attuabile nell’immediato, che veda l’esaurimento o il forte dimensionamento degli attuali art. 16, garantendo strumenti di tutela per tutti i lavoratori che a vario titolo svolgono operazioni portuali.
Luigi Moggia

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Pubblicato il
5 Luglio 2014

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