Dall’assemblea di Confindustria linee guida su Porto 2000 e riforma
La relazione del presidente Alberto Ricci e la tavola rotonda con i sindaci e la Regione Toscana – Ieri il comitato portuale di Gallanti sugli stessi temi

I relatori sul palco.
LIVORNO – Il tema è quello che ormai sta diventando il Mantra di ogni incontro pubblico, sia nell’economia che nella politica: la ricerca della formula più o meno miracolosa – visti i tempi che tirano – per lo sviluppo del territorio. In questo caso ci ha provato l’assemblea generale di Confindustria Livorno, aperta dalla relazione del presidente Alberto Ricci e, dopo i saluti del presidente della Confindustria Toscana Pierfrancesco Pacini, seguita dalla tavola rotonda con il presidente dell’Autorità portuale di Livorno Giuliano Gallanti, il commissario dell’Autorità portuale di Piombino Luciano Guerrieri, il presidente e amministratore delegato di Logistica Toscana Giovanni Bonadio, i sindaci di Collesalvetti Lorenzo Bacci, di Piombino Massimo Giuliani e per il sindaco di Livorno Filippo Nogarin il suo assessore Alessandro Aurigi. La conclusione è spettata al vice ministro del ministero delle Infrastrutture e Trasporti Riccardo Nencini.
[hidepost]

Alberto Ricci
Insieme al comitato portuale di ieri, cui ha preso parte per la prima volta il sindaco “pentastellato” di Livorno Nogarin, l’assemblea di Confindustria ha provato a tracciare – sulla base dell’analisi dei dati economici del territorio – una rotta più o meno ideale per uscire dal pantano degli anni della crisi.
Secondo il presidente Ricci, il 2013 si è confermato un anno ancora pesante per il manifatturiero, per le imprese e per il porto. L’occupazione è uno degli obiettivi prioritari che richiede un approccio più incisivo e determinato soprattutto per il monitoraggio e la rendicontazione periodica dei progetti funzionali. Le macchine amministrative – ha detto Ricci – devono agire dinamicamente con tempi e criteri corrispondenti alla straordinarietà della situazione. Uno dei temi centrali per il porto ma non solo è il bando di gara da parte dell’Autorità portuale per la Porto 2000, a prescindere dalle “bizzarre ipotesi tendenti alla conservazione domestica della società”. Si tratta invece di dare corso – ha sottolineato Ricci – ad una disposizione normativa e non ad una azione politica.

La platea all’assemblea generale di Confindustria.
E’ importante individuare un acquirente che abbia comprovate capacità specifiche nel panorama internazionale del turismo crocieristico e soprattutto dotato di garanzie adeguate di capacità finanziaria per valorizzare le potenzialità del porto, garantendo la realizzazione di una vera stazione marittima. La definitiva assegnazione delle banchine destinate al traffico crocieristico, nel rispetto del POT, richiede di rimuovere la precarizzazione attuale. Ciò rappresenta certamente una delle leve indispensabili al rilancio della nostra portualità. Dobbiamo curare meglio e porre la massima attenzione a tutte le realtà positive che abbiamo sul territorio, abbandonando gli atteggiamenti troppo frequenti di fatalismo e rassegnazione, dobbiamo inoltre riacquisire fiducia nelle capacità imprenditoriali che disponiamo e tornare a fare il tifo per le nostre specializzazioni per il territorio. Come sistema delle imprese guardiamo da tempo a collaborazioni produttive: per questo – ha detto Ricci – abbiamo sottoscritto un patto organizzativo con Confindustria di Firenze, Pisa e Massa organizzando un cluster la cui consistenza sia in termini di PIL che in termini di rivisitazioni infrastrutturali risulta la più alta della Toscana. Abbiamo inoltre promosso un ulteriore accordo organizzativo con Confindustria Liguria che ha generato un protocollo dei porti, dell’Alto Tirreno da Savona a Piombino, sulle tematiche portuali e in particolare sull’imminente riforma della Legge 84/94. In tal modo si rafforzerà anche la rappresentanza – ha detto Ricci – sulla prospettata suddivisione della portualità nazionale in distretti logistici. A proposito degli accorpamenti tra i porti nazionali prospettati nella bozza di riforma della Legge 84/94 – ha ribadito con forza Ricci – ribadiamo il punto di vista del nostro sistema: che vede i porti toscani aggregati nello stesso distretto logistico per valorizzare e potenziare la polifunzionalità ed accrescere quindi la competitività complessiva della Toscana.
[/hidepost]