Tirrenica, altolà “verde”
Il nuovo fermo comprometterebbe anche la “bretella” per il porto di Piombino
ROMA – L’Italia a compartimenti stagni. Sembra questo il giudizio, ovviamente venato d’amarezza, che emerge dai divieti che sono piovuti da parte del “verdismo” al finanziamento da parte dello Stato dei 270 milioni necessari a completare l’autostrada tirrenica, compresa la bretella per collegare il porto di Piombino.
[hidepost]Il provvedimento, che è nella bozza del decreto “Sblocca Italia”, è stato impallinato con una nota congiunta a Palazzo Chigi da parte di Legambiente, WWF, Difesa del Territorio e Green Italia. Motivazione del “niet”: si chiede un “confronto adeguato sul progetto” e un piano economico per l’intera autostrada, che garantisca anche i diritti di passaggio gratuito per i residenti. Tra le righe si avanza anche il sospetto di un “favore” politico alla SAT, la società che ha in concessione la realizzanda autostrada, “che da tempo si è impegnata a fare l’opera con 2,5 miliardi di euro senza ricorrere ai fondi pubblici.
La nuova polemica si innesta su quelle che da oltre trent’anni – caso unico in Europa – bloccano la realizzazione della sospirata arteria e della tanto attesa bretella per collegare direttamente all’autostrada il porto di Piombino. I compartimenti stagni? Da una parte lo Stato finanzia con 140 milioni un porto totalmente nuovo a Piombino, e dall’altra quando prova a creare un collegamento autostradale veloce che sia a servizio di questa struttura arrivano a raffica i “niet” ambientalisti. Che avranno anche le loro ragioni – peraltro esposte generosamente da decenni su varia stampa, specie intorno all’enclave dorata di Capalbio – ma che stanno ancora una volta mettendo i bastoni tra le ruote di un’arteria che rappresenta l’unica clamorosa interruzione dalla Manica allo stretto di Messina. Con tutte le conseguenze del caso per la nostra logistica.
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