I cinesi investono su Ferretti 80 milioni nel piano industriale
E’ la conferma che i costruttori di prestigio hanno ancora successo mentre è la piccola e piccolissima nautica a piangere – Gli indicatori nella vendita dei motori fuoribordo
GENOVA – Ultime battute organizzative per il salone nautico di Genova, mai come quest’anno al centro di una crisi del mercato interno – ma anche l’Europa non è messa bene – che si riflette fatalmente sulla capacità di spesa dei cantieri nautici sopravissuti. Ma se la Fiera di Genova e l’Ucina stanno facendo le acrobazie perché il salone di ottobre non sia un altro flop – già quello del 2013 era malinconicamente pieno di vuoti – c’è chi non solo crede nel made in Italy, ma addirittura ci scarica sopra milioni di euro di nuovi investimenti.
[hidepost]E’ il caso dei cinesi di Weichai Group Investiments Co. di Hong Kong. Socio di maggioranza del gruppo Ferretti, che è stato a lungo uno dei più importanti costruttori nautici europei con una gamma di marchi prestigiosi nella “collana” (basta pensare a Riva e Mochi Craft), il gruppo cinese ha sottoscritto un aumento di capitale di ben 80 milioni di euro a sostegno di un piano industriale tutto nuovo, che punta a una ulteriore espansione dei marchi di lusso specialmente sui mercati emergenti del Far East.
Alberto Galassi, amministratore delegato del gruppo Ferretti, ha citato l’intervento come la dimostrazione che le imprese italiane del lusso sono ancora in grado di attrarre capitali stranieri. E’ certo che da quando i cinesi di Hong Kong sono diventati la maggioranza azionaria, il gruppo Ferretti ha avuto robuste iniezioni di liquidità che gli hanno permesso non solo di sopravvivere, ma anche di espandere il proprio mercato. Cosa che non si può dire per le centinaia di piccole e piccolissime aziende che negli anni d’oro della nautica popolare avevano creato un tessuto imprenditoriale molto frazionato ma anche molto dinamico, con l’obiettivo – in parte raggiunto – di dare una barchetta ad ogni famiglia. Il prossimo salone nautico di Genova potrebbe dare una risposta a chi chiede di sapere se la grande crisi della nautica è superata? Le aspettative ci sono, anche se le voci che sono circolate sulla stampa specializzata di un forfait di partecipazione che il primo costruttore italiano di yachts avrebbe annunciato non suonano certo per la tranquillità del comparto. Altro dato preoccupante, il calo anche quest’anno della vendita dei motori fuoribordo, che sono l’indice della crescita – o decrescita – della nautica popolare. Malgrado le aggressive politiche di vendita di molti costruttori e importatori, che hanno proposto formule di acquisto rateizzato e spinto molto sui “packages”, i risultati sono stati modesti. In sostanza, come dicono gli esperti di marketing, il cavallo non beve. E se i grandi yachts ancora tirano – un esempio sono i successi di Benetti, quasi tutti con bandiere estere – sono la barchetta e il gommone che piangono. Come si è visto anche nell’estate appena finita lungo le nostrte coste.
A.F.
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