L’autunno delle scelte difficili
LIVORNO – Se l’operazione tra i gruppi Grimaldi e Fremura apre un nuovo capitolo per il futuro – fino a ieri abbastanza problematico – del terminal Sintermar, è quasi certo che a breve si presenteranno altri passaggi: e in qualche caso, probabilmente con aspetti conflittuali e di concorrenza.
[hidepost]La prima cosa da capire, in questo quadro, è se il potenziamento del terminal come Autostrade del Mare (ro/ro) e come sbarco di auto nuove comporterà o meno un adeguamento del piano regolatore del porto – quello in attesa dei vari ok a partire da Roma – o rientrerà già nella specializzazione dei comparti tante volte annunciata da Gallanti. Sulle quali sembra che voglia metter voce anche il sindaco Nogarin, riaccendendo sulla stampa quotidiana nuove fiammate polemiche.
La seconda cosa da capire è se la storica alleanza in Sintermar delle tre famiglie più importanti della portualità livornese – D’Alesio, Fremura e Neri – adesso in sostanza tramontata, potrà continuare nella pace con i nuovi assetti o se si aprirà, come qualcuno ha ipotizzato, un pesante conflitto interno alla Sintermar: di quelli che difficilmente non lasciano sul terreno ferite e cicatrici.
Perché è noto che delle tre famiglie, i D’Alesio hanno da qualche tempo manifestato l’intenzione di cedere il proprio 33% (“Il terminalismo non è il nostro core business – ci disse quest’estate ed ha ribadito anche di recente Nello D’Alesio”): e sulla loro quota ci sono state dichiarazioni di interesse sia da parte del gruppo Fremura che di quello Neri. Due giorni fa Nello ci ha smentito che la vendita sia già stata perfezionata, ma ha confermato che la trattativa sia con i Fremura (e a questo punto con Grimaldi) e con i Neri è in fase avanzata. La quota dei D’Alesio andrebbe divisa a metà tra Fremura/Grimaldi e Neri.
Forse il tutto si concluderà a fine settembre. In ogni caso tra i due soci che si apprestano a rimanere in Sintermar, Fremura/Grimaldi attraverso la finanziaria Coifi e Neri attraverso la sua consociata si presenterà uno equilibrio del tutto nuovo, con qualche probabile tensione. Tanto che qualcuno configura anche un’altra possibilità: quella che Neri non accetti più di tanto di rimanere nella Sintermar alla pari con l’altro socio “doppio” e voglia uscirne, incassando ovviamente una cospicua plusvalenza.
Fanta-politica portuale? E’ tutto da vedere, ma le decisioni saranno in ogni caso prossime, in un autunno che si annuncia anche per questo arroventato. E forse le scelte in Sintermar saranno decise entro i tempi dell’approvazione del piano regolatore del porto di Livorno: che a sua volta dovrà definire alcuni assetti sulla sponda est della Darsena Toscana e sul canale industriale dove il gruppo Neri ha interessi sia storici che di nuova data.
Antonio Fulvi
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