Quei rebus nel piano regolatore portuale
LIVORNO – Se si guarda al garbuglio bacini di carenaggio con un’ottica più allargata sulle problematiche in maturazione nel porto, le sensazioni sono contrastanti.
[hidepost]E si capisce anche come in Autorità portuale ci si senta sotto alcuni aspetti frustrati – e sotto altri probabilmente incazzati – per le uscite estemporanee del Comune oggi a 5 stelle, dove sembra che si vogliano mettere in discussione scelte da tempo fatte e “benedette” dal Comune stesso quando le stelle erano alte in cielo e stavano solo a guardare…
La priorità, secondo Palazzo Rosciano, oggi è una sola: avere prima possibile il tanto atteso piano regolatore del porto. Dal quale dipenderanno poi gli assetti dei bacini, del terminal crociere Alto Fondale-Orlando, dei trasferimenti del TCO e dell’insediamento degli indonesiani sulla sponda Est della darsena Toscana, eccetera. Tutti gli interventi politico-burocratici che mettano i bastoni tra le ruote all’iter del piano rischiano di far perdere tempi preziosi: in un momento in cui, come scriviamo in queste stesse pagine, Msc comincia a scalare Lorenzini con una nuova linea containers, il TDT si appresta a rilanciare con Hapag Lloyd e Zim anch’esse per il Nord America, la Sintermar è entrata nella galassia Grimaldi con importanti prospettive e via dicendo.
Certo, il piano regolatore da solo non è la panacea di tutti gli storici mali del porto. Che sono mali solo in parte dovuti alla realtà locale ed al “modus operandi” dell’imprenditoria portuale livornese, solo in alcune eccezioni capace di inserirsi nei processi di globalizzazione e di rilanciare. Molti dei mali livornesi sono legati alla mancanza di una seria programmazione nazionale della portualità, dove si continuano a finanziare opere “a pioggia” sulla base delle protezioni politiche o di impegni presi anni addietro e solo adesso onorati. Il caso della riforma della riforma, che non riesce a partire, è emblematico. Ma le problematiche nazionali o addirittura europee non dovrebbero essere un alibi per rallentare i processi di razionalizzazione dei traffici sulle banchine livornesi: e per ritardare la razionalizzazione degli assetti delle banchine stesse. Ci si aspetta che la conferenza dei servizi che il Comune deve convocare sul piano regolatore – possibilmente entro la prima metà di ottobre, con piano regolatore portuale finalmente approvato da Roma – affronti in termini positivi il cammino ancora da svolgere. Sarà preceduta, probabilmente, da un comitato portuale anch’esso per i primi di ottobre. Dobbiamo aspettarci altri diluvi di chiacchiere e di distinguo, o finalmente si arriverà a decidere e ad aprirci al futuro prossimo?
Antonio Fulvi
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