Sui finanziamenti UE ai trasporti la nuova sfida al ministero di Lupi
Gli uffici sono già al lavoro nell’ambito delle tre prescrizioni del bando: reti Ten-T, cofinanziamento degli stati membri e tempi stretti per le richieste – Il problema del coordinamento con le Regioni
ROMA – Il ministero delle Infrastrutture e Trasporti di Maurizio Lupi si spenderà “allo spasimo” perchè il piano di nuovi finanziamenti UE al comparto della logistica e dei trasporti (a disposizione fino a 11,9 miliardi di euro) trovi tempestiva risposta nei progetti italiani. Gli uffici ministeriali sono già stati messi alla frusta, riferisce un portavoce del dicastero.
[hidepost]E’ una sfida importante quella che Lupi ha dichiarato di accogliere: perchè l’UE ha già messo paletti significativi, tre dei quali fondamentali. Il primo: le proposte concrete dei paesi membri dovranno arrivare a Bruxelles entro il febbraio 2015. Il secondo: i progetti dovranno essere co-finanziati dagli Stati membri. Il terzo: non saranno ammessi progetti “a pioggia” ma dovranno essere concentrati sui 9 corridoi delle reti Ten-T , con particolare attenzione ai collegamenti transfrontalieri.
L’Unione Europea sta investendo molto nel settore dei trasporti e l’Italia, che per alcuni aspetti è rimasta il fanalino di coda dell’Europa (su autostrade, ferrovie e pianificazione portuale) non può perdere quest’ultima occasione per mettersi al passo con il resto del territorio della UE. Nei piani europei per i sei anni dal 2014 al 2020 sono previsti stanziamenti di ben 26 miliardi di euro, tre volte quanto era stato stanziato per il periodo 2007-2014. Sono cifre importanti, che devono essere inquadrate nell’ambito del “meccanismo” di collegamenti interni tra i paesi europei conosciuto con l’acronimo di CEF (Connecting Europe Facility). Il punto di arrivo, che dovrà esserci entro il 2030 prevede collegamenti efficienti sia ferroviari che superstradali tra 94 porti e 38 aeroporti, con i relativi “people moover” con le città vicine. Dovranno essere convertiti almeno 15 mila km di binari all’alta velocità ed eliminate le principali strozzature dei traffici ancora oggi esistenti.
La vera sfida, secondo gli esperti del ministero, sarà adesso quella di trovare velocemente i “concerti” con i poteri decentrati delle Regioni, che in fatto di trasporti mantengono importanti deleghe. E qui si vedrà la “nobilitate” dell’apparato pubblico: se si riuscirà a lavorare tutti insieme per il comune obiettivo, o se continueranno a prevalere gli scontri di competenze, i ghiribizzi delle varie burocrazie e i “niet” degli ancora troppi comitati NIMBY (Not in my backyard) che imperano nel paese.
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