Trittico di progetti a Trieste con investimenti milionari
Dal terminal petroli alla piattaforma logistica fino al comparto della frutta – Il grande piano di potenziamento del molo VII da parte del TMT

Fabrizio Zerbini
TRIESTE – Tre progetti di investimento di grossa portata nel prossimo triennio, affiancati da altri interventi importanti nel medio periodo per una capacità di spesa dell’ordine delle centinaia di milioni: sono i programmi di sviluppo già avviati che i maggiori terminalisti hanno illustrato a Trieste in occasione di una conviviale della sede locale del Propeller Club.
Gli investimenti, che sembrano destinati ad un vero e proprio rilancio dello scalo del Friuli Venezia Giulia, saranno frutto per la gran parte di interventi privati e decisi sulla scorta di previsioni di aumento dei traffici lungo la direttrice Nord Adriatica. La serata organizzata dal Propeller intendeva illustrare i progetti già approvati, senza dimenticare le criticità che ancora restano da risolvere per raggiungere gli obiettivi sperati.
In apertura è stato Paolo Privileggio di Siot (gestore del terminal petroli che nel 2013 ha registrato traffici record tanto da portare Trieste al primo posto in classifica tra i porti italiani per tonnellate complessive di merci) ad elencare cifre di tutto rispetto, dai 14 milioni di euro spesi nell’ultimo quinquennio soprattutto in sicurezza, fino ai 140 milioni che la Tal (società capogruppo) ha intenzione di investire nel terminal marino e lungo l’oleodotto transalpino dal 2015 al 2020.
[hidepost]La realtà dell’autostrada del mare con la Turchia e il relativo traffico Ro-Ro è stato invece illustrato da Enrico Samer e dai suoi manager, ai quali è toccato il compito di descrivere anche i diversi interessi che le società del gruppo stanno sviluppando già da qualche tempo nel Porto di Trieste. Entro il 2015 la Samer Seaports e Terminals realizzerà una piattaforma ferroviaria del costo di circa 8 milioni di euro, mentre altri 6 milioni sono pronti ad essere spesi per il rifacimento di una banchina nella parte orientale delle aree portuali dove la Frigomar (partecipata dalla Artoni) intende sviluppare un vero e proprio distretto per le merci varie, coinvolgendo in maniera sempre più importante le realtà regionali.
Dallo stesso Enrico Samer, inoltre, è giunto un elenco – condiviso dalla maggior parte degli operatori portuali – sulle criticità ancora da risolvere per fornire la massima resa agli investimenti previsti. Velocizzazione della burocrazia, unificazione della manovra ferroviaria interna al porto (a Trieste costa troppo), reperimenti di nuovi spazi a servizio dei traffici, e ulteriori collegamenti ferroviari i “punti caldi” sui quali lavorare”.
Di Ro-Ro e di futuro della logistica triestina e regionale si è parlato anche con Francesco Parisi, a capo dell’omonimo gruppo ma anche di Emt, la società che è pronta ad investire 4 milioni di euro (oltre ai 14 già spesi per ridisegnare il Molo VI) per ulteriori lavori. Ma Parisi è stato chiamato soprattutto ad illustrare una delle grandi novità del Porto di Trieste: il primo lotto della Piattaforma logistica (finanziata con 70 milioni di euro dall’Autorità portuale e 30 milioni stanziati dal Cipe). I lavori che porteranno a realizzare un terminal multipurpose su di un’area di circa 122 mila metri quadrati, saranno avviati nei prossimi mesi anche grazie ai 30 milioni di euro a carico dei privati.
Trieste terminal Frutta, società controllata dal Gruppo Gavio, ha invece nel cassetto un ampliamento del Molo V con un costo di circa 50 milioni di euro, per il quale però, si rimanda la valutazione una volta approvato il nuovo Piano regolatore del Porto. L’ultimo e più cospicuo investimento è stato illustrato a fine serata dal presidente di Trieste Marine Terminal, nonché presidente del Propeller Club di Trieste, Fabrizio Zerbini. Si tratta di 188 milioni di euro che TMT si è impegnato a spendere, a fronte di una concessione sessantennale, per allungare ed allargare il Molo VII, terminal container dello scalo giuliano. I lavori sono previsti iniziare nei primi mesi del 2015 e sono finalizzati a consentire l’attracco e l’operatività, in contemporanea, di 2 navi transoceaniche da 14.000 teu, destinate ad essere sempre più numerose anche grazie ai servizi delle nuove alleanze tra le compagnie di navigazione. Anche il capitano Zerbini, così come in precedenza avevano fatto Parisi e Samer, ha attirato l’attenzione sulla necessità di garantire l’ampliamento del network ferroviario, una manovra ferroviaria portuale “unica“, lo snellimento delle procedure burocratiche e doganali e la piena attuazione della regolamentazione del Punto Franco, in modo da poter effettivamente utilizzare lo speciale regime vigente nello scalo del Friuli Venezia Giulia che ha, quale principale mercato di riferimento, quello dei paesi del Sud ed Est Europa.
Ma, nonostante il calo di “toccate” dell’ultimo anno, Trieste intende investire anche per recuperare il traffico crocieristico, che nel 2015 è previsto in forte aumento. Il presidente di Trieste terminal passeggeri (partecipata al 40% dall’Autorità portuale) ha infatti annunciato che è ormai in fase finale il progetto (a carico dell’Authority) di allungamento del Molo bersaglieri con il sistema Dolphin per accogliere in pieno centro città navi bianche da 300 metri. TTP, invece, investirà direttamente circa 2 milioni di euro per rinfrescare la parte vecchia della Stazione marittima a allestire un nuovo finger di accesso alle navi in banchina.
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