Per l’Italia “non c’è ripresa senza l’economia del mare”
Confermato l’impegno del governo a varare entro 90 giorni dalla conversione in legge dello Sblocca Italia un piano nazionale integrato su porti e logistica – L’appello di Manuel Grimaldi: meno burocrazia e più competitività

Il palco dell’assemblea di Confitarma.
ROMA – Le promesse della politica sono arrivate puntuali, e sono – nessuno ne dubitava – in linea con le richieste del cluster marittimo italiano. Al presidente di Confitarma Emanuele Grimaldi, che ha tenuto la lunga e puntigliosa relazione sullo stato dell’arte dell’Italia sul mare – davanti alla sala di Roma Eventi in Fontana di Trevi gremita in tutti gli ordini – ha risposto il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi. Che ha voluto anche rispondere alla seconda relazione-appello, quella del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, tutta virata sulla necessità di far presto, prestissimo, per riportare il Paese ad una sostenibile competitività con gli altri sistemi logistici.
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Maurizio Lupi
Lupi ha parlato tenendo metà della testa – si vedeva chiaramente – a quello che sarebbe successo poche ore dopo al governo per la legge di stabilità. Ma non ha deluso. Almeno a parole i suoi impegni hanno dato risposte precise: la riforma della legge 84/94 (“Che io volevo varare già un anno fa”) ha imboccato la strada dei tempi certi, con la decisione per decreto di varare entro 90 giorni dalla conversione dello “Sblocca Italia” (cioè dal 23 novembre prossimo) un piano nazionale integrato della portualità e della logistica. Che non sarà calato dall’alto – ha detto – ma nascerà da una serie di incontri già programmati tra tutti i settori interessati per condividere proposte operative concrete. E il piano sarà varato – ha specificato il ministro – con un decreto del presidente della Repubblica, a confermarne l’importanza strategica per l’economia italiana.

Il folto pubblico all’assemblea Confitarma.
Altri impegni: lotta alla burocrazia deteriore, con tavoli interni ai ministeri e coordinamento costante; interventi per l’ambiente, sull’uso dei carburanti meno inquinanti e del gas liquido sui porti e per la propulsione navale; più controllo (ed è sembrata una tirata d’orecchie a chi doveva vigilare) sugli armatori improvvisati, perché non si ripetano gli sciagurati casi dell’estate scorsa (GoinSardinia e precedenti); velocizzare le VIA entro 90 giorni, quando oggi si sono dovuti aspettare anche 40 mesi; difesa dell’operazione “Mare Nostrum” che tuttavia terminerà con l’anno, passando il testimone all’Ue. Su tutto, il ministro ha ribadito che i tempi oggi sono fondamentali, urgentissimi, e che il sistema porti è a sua volta determinante per la ripresa dell’economia nazionale.

Emanuele Grimaldi (a sinistra) e Giorgio Squinzi.
Tutte belle e condivisibili parole. Che erano state peraltro sollecitate da Manuel Grimaldi in 12 pagine di dettagliata, meditata e in certi punti quasi rabbiosa relazione. Aprendo con un richiamo alla dura realtà dell’Italia di oggi: “Le nostre giornate sono scandite – ha detto iniziando l’intervento – da parole come debito pubblico, tasse, spread, credito, disoccupazione, stabilità, costo del lavoro, riforme: accompagnate da dati negativi che evidenziano il perdurare della crisi”. Ma in questo drammatico panorama, l’industria armatoriale italiana continua a fronteggiare la concorrenza ad armi pari.
Molti i dati a supporto, che sarebbe lungo citare qui. Ma con una preoccupazione: se l’armamento si è difeso e si difende – sia pure con alcune dolorose perdite – il Paese non può fare a meno di un sistema logistico, a partire dai porti, che sia competitivo su costi, burocrazia e investimenti.

Nello D’Alesio all’assemblea Confitarma.
E anche con la necessità di affrontare realisticamente temi come la difesa ambientale che non possono scaricare sugli armatori – e solo su loro o quasi – l’onere di carburanti “puliti” difficile da trovare e ancora di non certo effetto, quando altri provvedimenti, già attuati dagli armatori più avanzati (scrubber, etc.) risolvono in parte il problema alla radice.
Nella successiva tavola rotonda, diretta dal giornalista televisivo Massimo Giletti, si sono confrontati con Manuel Grimaldi anche gli ammiragli Felicio Angrisano (Capitanerie) e Giuseppe De Giorgi (stato maggiore della Marina), il presidente del RINa Ugo Salerno e il presidente di Assoporti Pasqualino Monti. Tutti a sottolineare la centralità del sistema logistico, a denunciare le sue arretratezze, a chiedere meno burocrazia e più efficienza. Il ministro se n’era già andato a combattere l’altra battaglia della legge di stabilità. Si vedrà quanto raccoglierà nei prossimi tempi Confitarma dalla semina fatta in assemblea. Auguri.
Antonio Fulvi
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