Piano regolatore di Livorno avanti (adagio?)
Ancora una serie di passaggi prima della definitiva adozione: e preoccupano i tempi delle varie burocrazie locali – L’impegno del Comune con il sindaco Nogarin e l’assessore Aurigi – Le prescrizioni in “addendum”
LIVORNO – E’ un passo importante, definiamolo pure storico: con l’approvazione da parte dell’assemblea generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici il nuovo piano regolatore del porto, che arriva dopo sessant’anni di vita dell’attuale, disegna una realtà in linea con i tempi. Le “forche caudine” dell’organo centrale hanno richiesto quasi otto mesi di incontri, relazioni, rapporti e integrazioni (compresa l’ultima con la simulazione fatta a Venezia per l’area crociere). Comprensibile e condivisibile la soddisfazione espressa a piene mani – dichiarazioni ufficiali immediate – di Giuliano Gallanti e di Massimo Provinciali ai vertici dell’Authority. Comprensibile e condivisibile anche la non espressa (ma sottintesa) preoccupazione per i tempi che seguiranno, prima del varo definitivo del piano.
Qual’è il timore? E’ che il documento deve trovare la giusta interconnessione con la variante del “waterfront” che spetta al Comune, poi deve passare la conferenza dei servizi dei vari enti locali, infine ha bisogno dell’OK del consiglio regionale della Toscana.
[hidepost]Sembra facile, visto che un po’ tutti si sono espressi sulla volontà di far presto e bene (compreso l’assessore Aurigi lunedì sera al Propeller, sia pure con qualche distinguo che non è servito certo a eliminare tutte le perplessità). Ma ci sono le precedenti esperienze secondo le quali anche il più semplice dei passaggi burocratici richiede a volte settimane se non mesi. E c’è da mettere in conto anche la stramaledetta manìa dei vari funzionari di metter becco con proprie personali prescrizioni su documenti già approvati, per cui si rischia di dover ritornare a bomba. Non ci credete? Fatevi raccontare la vicenda della prescrizione che la Regione Toscana aveva “inventato” sulle altezze massime dei fabbricati in porto, imponendola a soli 20 metri. C’è voluto del bello e del buono per superare questa assurda alzata d’ingegno, che tra l’altro avrebbe impedito di fare anche i capannoni della Benetti per gli yachts da 100 metri già in costruzione.
Solo uno sciagurato caso di interferenza a capocchia? Speriamo che rimanga isolato. Ci sono tante di quelle urgenze, legate al piano regolatore, che chiunque proverà a ritardarne la conclusione non potrà che finire alla gogna. Lo si è detto e ripetuto: tra le urgenze alcune gare, la sistemazione in comparti omogenei del porto, e specialmente la ricerca e la definizione dei partners privati per la piattaforma Europa. Incrociamo le dita e speriamo bene.
Torniamo alla cronaca: alla seduta del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici di venerdì scorso a Roma erano stati ammessi, secondo le normative vigenti, anche il capo di gabinetto del presidente della Regione Toscana, dottor Gori, il capitano di fregata (Cp) Marsili della Capitaneria di porto e l’assessore all’Urbanistica del Comune di Livorno Aurigi (che tra l’altro ha la delega al porto conferitagli dal sindaco Nogarin). Sono stati loro a rispondere ad alcune domande tecnico-operative sul piano, integrando quelle che erano state le informazioni scritte fornite già nelle precedenti sedute dall’Authority con la firma di Massimo Provinciali e Claudio Vanni. Aurigi è sembrato, nell’audizione romana, convinto sia del piano sia della necessità di far presto. Posizione personale o già concordata con la sua giunta? Speriamo di si. Da sottolineare come il dibattito sul piano regolatore del porto di Livorno al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici sia iniziato dallo scorso gennaio: con lunghi dieci mesi di vari passaggi e di “addendum”. Le prescrizioni allegate all’OK del Consiglio Superiore sono, secondo i tecnici dell’Authority, consigli tecnici per le fasi successive, quelle della progettazione esecutiva dei vari interventi. Che anch’essa richiederà tempi, speriamo non lunghissimi. Perché le leggi del mercato e le esigenze della logistica non aspettano, specie in questi frangenti mondiali in cui chi arriva primo vince.
A.F.
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