La grande bellezza della quasi utopia a Livorno
Rivisitazione in chiave di progettualità d’alto livello del sistema dei trasporti passeggeri su ferro per il porto dei passeggeri e per il turismo dell’area vasta – L’accordo con il piano regolatore del porto e con i progetti sul lungomare

Nella foto: (da sinistra) Dario Nistri, Giovanni Mantovani e Riccardo Costagliola.
LIVORNO – Il brivido che ha coinvolto i tanti presenti nella sala di villa Henderson sul convegno “Binari e urbanistica a Livorno” è di quelli che non si esauriscono, speriamo, nell’espace d’un matin. Perché davanti ai loro occhi è sfilata la grande bellezza dell’utopia progettuale, per una città – inquadrata nell’area vasta – che da troppo tempo sembra rassegnata a non più sognare.
Merito dell’Associazione per gli studi sulla mobilità e i trasporti in Toscana e in particolare dei suoi più accesi “motori”: Giovanni Mantovani, direttore del comitato scientifico dell’associazione e Mario Antonio Gambacciani, esperto e studioso sulla mobilità dell’area tirrenica.
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Nella foto: la platea del convegno.
Le loro relazioni, accompagnate da slides estremamente coinvolgenti, hanno consentito di ridisegnare non solo un sistema logistico su binari che modernizzerebbe il porto passeggeri collegandolo anche ai nodi ferroviari dell’entroterra, ma anche un “people moover” costiero, importantissimo incentivo al turismo eco-compatibile lungo lo splendido lungomare fino a Quercianella. Un bel saggio di cultura da cittadino del mondo la presentazione e gli interventi da moderatore del dibattito del presidente della Fondazione Piaggio ingegner Riccardo Costagliola.
Studi approfonditi, progetti non solo di fantasia, bellissime idee calate anche sul concreto della realtà urbana: come le proposte dei giovani architetti Simona Finocchiaro e Michele Parenti dalla stazione San Marco (da rivitalizzare) fino alla Bellana; il convegno è stato un succedersi di folgorazioni, che i professori Francesco Alberti e Massimo Losa, rispettivamente delle università di Firenze e Pisa, hanno allargato in chiave non solo dottrinale all’intera area toscana, fino a ipotizzare (Losa) una rete su ferro che facendo perno sullo snodo di Pontedera mettesse in collegamento quasi metropolitano (di superficie) Livorno con Tirrenia, con Pisa e con l’entroterra fino alle propaggini del fiorentino.
Tanti sogni, solo la bellezza dell’utopia sull’urbanistica e la mobilità, visto che la splendida sequenza dei progetti si cala su una realtà caotica ed arretrata? Mario Antonio Gambacciani nel disegnare le proposte-impulso per la vocazione turistico-culturale della Toscana è arrivato anche a quantificarne il costo: complessivamente circa 500 milioni, sempre meno di quanto è costata la sola nuova stazione dell’Alta Velocità di Bologna. Con la stessa cifra si potrebbe creare una rete di bassa velocità turistica, una specie di itinerario ideale non solo per chi arriva in crociera o in aereo – due nodi importanti, il porto e l’aeroporto Galilei – ma anche per il turismo domestico e perché no, per il pendolarismo. Togliendo dalla strada percentuali importanti di auto, a vantaggio della sicurezza e dell’ambiente.
C’è stato anche, nel gran finale del convegno, il confronto con il nuovo piano regolatore del porto livornese, presentato da Claudio Vanni, capoarea pianificazione dell’Authority portuale. Un buon piano, già approvato a Roma ma ancora nel mezzo delle forche caudine – come è stato ricordato di recente anche da Massimo Provinciali della stessa Authority – dei vari passaggi istituzionali sul territorio. Un piano che ha anch’esso spunti importanti per la mobilità dei passeggeri, qualche volo pindarico (la torre del Marzocco riportata a isola, la Fortezza Vecchia anch’essa circondata dall’acqua, il ponte di Santa trinità che diventa tunnel sotto il Fosso Reale) ma che nella sostanza dimostra come anche a Palazzo Rosciano esista una progettualità che guarda avanti senza complessi d’inferiorità. Peccato solo che sia mancato il previsto confronto finale con il Comune, cui spettano molte delle scelte che il convegno ha prospettato. Hanno dato forfait sia il sindaco Nogarin – che si è scusato – sia l’assessore Gordiani. Da capire cosa potrà crescere dal tanto che è stato seminato, sperando che non finisca tutto nel cassetto dei sogni perduti.
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