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Guardia Costiera “unificata” al posto delle troppe polizie

La riforma consentirà notevoli risparmi ed eliminerà i controlli ripetitivi che scoraggiano il turismo nautico – La resistenza della Marina Militare

ROMA – Se ne parlava da tempo, ma sempre senza grandi risultati: e anche le varie iniziative come il Bollino Blu erano servite a poco.
[hidepost]Ora in tema di riduzione della spesa pubblica e per la ricerca di una maggior efficienza, UCINA Confindustria Nautica ha annunciato di voler sostenere il progetto di legge per l’unificazione dei Corpi di Polizia che operano in mare con la creazione di un unico corpo indipendente, la Guardia Costiera.
Secondo il presidente di UCINA, Massimo Perotti, “i vantaggi in termini economici di questo progetto di legge sono piuttosto evidenti, così come le potenzialità di coordinamento operativo. In un momento di spending review e con la necessità di risparmiare risorse ma anche di rendere più efficace la loro operatività la sua approvazione appare necessaria”.
E’ almeno un ventennio che ciclicamente un progetto di legge per unificare i corpi di polizia che operano in mare viene presentato alle Camere e fermato per i più diversi motivi. Come sa bene ogni diportista in mare agiscono, con finalità che spesso si sovrappongono, oltre alla Guardia Costiera anche Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, enti locali, anche la Polizia Penitenziaria.
Il progetto attualmente è in fase di discussione presso la Commissione Difesa del Senato (AS 1157) e affida alla sola Guardia Costiera, con uno schema operativo innovativo per le nostre abitudini ma molto simile a quello praticato dalla Coast Guard degli Stati Uniti e di molte altre nazioni con ampie zone costiere, la responsabilità del controllo sul mare. Prevede una convergenza di tutti i mezzi e del personale (su base volontaria) degli altri corpi che operano in mare sotto un unico comando e con una unica struttura.
Il diporto nautico è tra le attività più bersagliate dal proliferare dei corpi in mare, non è raro il caso di imbarcazioni fermate più di una volta per giorno: “su strada – prosegue Massimo Perotti – non esiste la medesima sistematicità nel fermare chi viaggia. Del resto sarebbe fisicamente impossibile se non paralizzando il traffico. In mare non è così e questa attività, il proliferare dei verbali, spesso serve solo a dimostrare che mezzi e uomini sono necessari. Stupisce dunque che nell’ultima audizione presso la commissione difesa del Senato la Marina Militare si sia dichiarata contraria, con l’intervento del sottocapo di Stato maggiore, che ha ricordato come attualmente il corpo delle Capitanerie di Porto dipenda dalla Marina Militare”.
“Ci auguriamo che il progetto di legge riesca ad avere un corso completo – conclude Massimo Perotti – e che per una volta si operi nella giusta direzione. Siamo convinti che il nostro settore ne avrebbe un giovamento diretto, che si stabilirebbe un rapporto più trasparente tra chi va per mare in vacanza e chi controlla il mare”.

* * *

Intanto una vera e propria tassa indiretta sulle unità da diporto, che prevedeva un contributo di 200 euro annui pro capite per chi esercita l’attività di pesca sportiva da bordo di uno scafo a motore, era stata proposta in Senato nell’ambito della legge di “Semplificazione, razionalizzazione e competitività agricole del settore agricolo, agroalimentare e della pesca”.
Il presidente della commissione ambiente del Senato – Marinello (NCD) – aveva presentato un emendamento che prevedeva appunto un contributo di 200 euro annui pro capite per chi esercita l’attività di pesca sportiva a bordo di un’unità a motore.
Grazie alla pronta attività di UCINA Confindustria Nautica, che ha sensibilizzato il firmatario e le istituzioni coinvolte sugli impatti per la filiera del diporto e della pesca sportiva, l’emendamento è stato infine ritirato. C’è comunque la conferma che ancora una volta, malgrado le tante promesse in merito e il disastroso esito dei tentati “salassi” del governo Monti, la nautica continua ad essere nel mirino del partito dei tassatori, perpetuando il rigetto da parte degli appassionati e la crisi sempre più pesante del comparto.

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Pubblicato il
1 Novembre 2014

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