ROMA – Non so voi, ma per quanto mi riguarda penso di assistere a un balletto schizofrenico, o meglio a una forma di dissociazione istituzionale. Parlo ovviamente della riforma della riforma, ovvero di questa neverending story che si trascina da vent’anni. Con l’ultima trovata del pur decisionista ministro Maurizio Lupi di rimandare alla prossima estate ogni scelta. L’abbiamo letto tutti: trenta giorni dalla conversione in legge del decreto con il suo art. 29 (dovrebbe avvenire, salvo sfracelli del parlamento, a metà del mese) poi altri 90 per valutare i piani dei singoli porti, e alla fine Habemus Papam, ovvero si riforma. C’è da crederci? Di recente, in un incontro a Livorno con il senatore Marco Filippi (e i due massimi esponenti dei porti di Livorno e Piombino, Gallanti e Guerrieri) sono affiorati più dubbi che certezze anche sul metodo.
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