Visita il sito web
Tempo per la lettura: 3 minuti

“Liberata” la nave libanese con l’impegno della “Nuova Oceania”

La “City of Sidon” era bloccata in porto dal 26 agosto – Il caso umano dell’equipaggio

LIVORNO – La City of Sidon, cargo della compagnia libanese Abou Mehri Lines ormeggiata sotto sequestro alla banchina 76 dal 26 agosto scorso, ha finalmente potuto lasciare lo scalo labronico al traino di un rimorchiatore. La nave, un ro-ro dell’82 di 110 metri di lunghezza e 6.500 tonnellate di stazza lorda, era partita da Savona con un carico di autoveicoli diretta verso Zuara, in Libia, ma a seguito di un’avaria al motore principale aveva corso il rischio di incagliarsi contro gli scogli dell’isola di Gorgona.
[hidepost]

Rossana Di Stefano

Intercettata dal sistema elettronico della Capitaneria di Porto e tratta in salvo da un rimorchiatore della F.lli Neri fu condotta al molo che insiste nell’area gestita dai cantieri Azimut. La nave in questo lungo periodo – in situazione di sequestro per mancato pagamento degli oneri di rimorchio e con tutte le difficoltà operative che ne sono conseguite – è stata assistita dalla Nuova Oceania, l’agenzia marittima livornese specializzata in traffici con la Libia chiamata a gestire l’emergenza occorsa al mercantile. “Abbiamo vissuto una vicenda unica nel suo genere per complessità operativa, umana e culturale, anche in considerazione della multietnicità dell’equipaggio imbarcato – spiega la dichiarante doganale Rossana Di Stefano che ha seguito le operazioni per la Nuova Oceania – una vicenda che ci ha impegnato moltissimo e che siamo riusciti a concludere grazie al valido aiuto ricevuto dagli organismi pubblici e privati locali”.
Una volta attraccata al molo 76 l’agenzia marittima livornese ha fatto sì che la nave potesse prendere i primi contatti con l’armatore ed ha poi fatto giungere un tecnico specializzato dal Belgio per riparare il guasto che si è rivelato però subito molto grave. Ha quindi disposto per il ritorno a Savona del carico della City of Sidon per successivamente trasbordarlo su altra nave affinché raggiungesse la sua destinazione finale, coordinandosi in questa operazione con molti enti: Capitaneria di Porto, Port Authority, Dogana, Guardia di Finanza ma anche con la Polmare data appunto la composizione dell’equipaggio: 19 persone di cui solo un gruppo di rumeni in possesso di un passaporto comunitario; per il resto ucraini, libanesi, siriani, indiani, filippini. Persone provenienti dalle parti più disparate del mondo, con culture e religioni diverse, in situazione di prolungata “cattività” che hanno dovuto affrontare molti disagi. “Vedere un comandante libanese cristiano-maronita ed un comandante di macchine siriano musulmano coesi nell’affrontare e risolvere le crisi quotidiane di un equipaggio in ebollizione per ben 70 giorni è stata un’esperienza irripetibile” – ha detto la Di Stefano – “così come dover affrontare le mille diverse questioni pratiche e tecniche: dalle difficoltà per far giungere alla nave beni e servizi di prima necessità provenienti dal suo accosto in una banchina pubblica dentro un cantiere privato fino ad una elaborazione del piano di viaggio in grado di amalgamare le discordanze delle varie normative di sicurezza per lasciare Livorno; una sorta di “master” di alto livello per il nostro lavoro”.
La City of Sidon, al traino di un rimorchiatore, è ora in viaggio verso la Turchia dove è attesa a Tuzla per la riparazione del motore principale.
C.G.

[/hidepost]

Pubblicato il
15 Novembre 2014

Potrebbe interessarti

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora