L’infinita beffa della Cecina-Civitavecchia lavori quasi fermi, strettoie, impegni incerti
Nella tratta di Tarquinia si procede da mesi incolonnati ma non si vede un progresso – Il crollo a Quercianella aumenta il disagio – Nessuno sblocco anche sulla bretella per Piombino indispensabile a porto e acciaieria

Le strettoie dell’Aurelia presso Tarquinia.
FIRENZE – Sembra che nella frenetica campagna elettorale per la sua conferma come governatore della Toscana, Enrico Rossi prema sul presidente del consiglio conterraneo Matteo Renzi perché la neverending story dell’autostrada tra Cecina e Civitavecchia abbia una conclusione. “Autostrada o superstrada – ha detto Rossi – purché ci si decida e si passi ai fatti”.
L’alternativa suona un po’ come – facendo della satira su fatti che purtroppo sono molto seri – come il famoso detto seicentesco: O di Francia o di Spagna, purché se magna. Ma il cinismo non attacca su chi quotidianamente o quasi deve percorre quel budello pieno di trappole che è diventata ormai l’Aurelia tra Cecina e Civitavecchia.
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Il senso unico alternato per il crollo a Quercianella.
Con la beffa aggiuntiva – specie per i mezzi pesanti – della strettoia causata dal crollo di un muro di contenimento subito a sud di Quercianella (foto piccola) dove già i tornanti del Romito sono un’agonia per loro e per le auto; e con la doppia beffa dei lavori di allargamento della carreggiata tra Tarquinia e lo svincolo di Civitavecchia, lavori che vanno a passo di lumaca con incanalamenti di chilometri (foto grande), pochissima gente al lavoro e il continuo contenzioso tra la concessionaria Sat e il ministero delle Infrastrutture.
Viaggiare in auto su questi 200 chilometri di antica statale è un incubo: anche perché molti comuni che vi si affacciano fanno cassa con gli Autovelox piazzati proditoriamente dove sono istituiti limiti di velocità assurdi per una strada di grande comunicazione (anche 70 km/h all’improvviso, che poi diventano 90 e poi tornano a 50 senza nesso apparente). Ma se per le auto è un tormento, per le colonne di tir che sono costrette a percorrere la litoranea è un massacro: come tempi di percorrenza dilatati (così c’è chi rischia e “spinge”, creando situazioni di pericolo per tutti) consumi e inquinamento alle stelle, immagine nei confronti dei tanti turisti che finisce sotto i tacchi. Terzo mondo, e non come eufemismo.
Ne ha parlato di recente, in un suo accorato intervento con la stampa, lo stesso presidente della Camera di Commercio di Livorno Sergio Costalli. Ne hanno parlato a più riprese parlamentari (Silvia Velo viceministro all’Ambiente anche per il collegato progetto della altrettanto attesa “bretella” per Piombino) associazioni di categoria, sindaci. Ma ancora una volta nella pianificazione delle grandi opere indispensabili a “sbloccare l’Italia” non c’è niente per quella che dovrebbe essere il giusto e veloce completamento della E-1, cioè dell’autostrada europea dalla Manica allo stretto di Messina (che proprio nel tratto toscano ha questa assurda e colpevole soluzione di continuità). Rossi ha alzato la voce, ha chiamato in causa Renzi, chiede soluzioni. Ma c’è anche da chiedersi che cosa succederà quando sarà completata – come si spera in queste ore – l’operazione di rilancio delle acciaierie di Piombino da parte della grande società algerina Cevital. L’acquisizione prevede il forte rilancio, il mantenimento dell’attuale occupazione, forni di moderna concezione e ovviamente tanto acciaio. Che per uscire da Piombino però avrebbe bisogno anche (oltre al porto, unico fattore in positivo sviluppo) anche di una viabilità moderna e veloce. Gliel’avranno spiegato agli algerini che siamo ancora alle vecchie strade consolari romane, adatte poco più che ai carriaggi di allora?
E servirà a qualcosa l’inserimento da parte del governo italiano – vedi articolo in apertura di questo stesso giornale – dell’autostrada tra Cecina e Civitavecchia nel ”piano” presentato due giorni fa alla Commissione Europea di Juncker per attingere ai 300 miliardi che l’UE ha dichiarato di mettere sul piatto? C’è scetticismo anche su questo piano, viste le quasi infinite priorità che vi sono state inserite…
A.F.
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