Pre-clearing sul ro/ro a prova di effrazioni
I positivi risultati del test garantiranno anche la sicurezza assoluta dei carichi – Prossimo avvio della operatività totale con le ulteriori messe a punto

Antonella Querci, dirigente sviluppo e innovazione dell’Authority; Renzo Conti, presidente Ltm, Agnese Tonola, agenzia delle dogane, ufficio di Livorno.
LIVORNO – “Su una tipologia di servizio già veloce grazie ai nostri sistemi e alle capacità del terminal Ltm, il pre-clearing sperimentato sul Ro/Ro di Cotunav può rappresentare un’ulteriore accelerazione, quando entrerà in piena operatività”. E’ soddisfatto Massimo Scali dell’agenzia Austral, raccomandataria della compagnia di navigazione tunisina che ha collaborato con Dogana, terminal e compagnia stessa all’importante esperimento del sigillo elettronico messo a punto dalla “Leghorn” livornese.
Come già abbiamo riferito nel numero scorso, il pre-clearing sulla “Salammbo” tunisina alla banchina del terminal LTM è stato un esperimento-pilota a livello nazionale sui trailer di una nave traghetto. E una volta a regime il sistema potrà dare risultati di velocizzazione molto graditi ai caricatori, riducendo i tempi dei controlli in banchina prima dell’uscita dal varco doganale.
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Un lavoratore della società Ltm testa l’integrità del sigilllo elettronico RFID su un camion (il lavoratore ha in mano il palmare che legge lo stato del sigillo).
La collaborazione con la dogana – ha partecipato all’esperimento la dottoressa Agnese Tonola, che da tempo sta lavorando sul tema insieme ad Antonella Querci dell’Autorità portuale – è fondamentale e si sta già studiando anche una velocizzazione dei passaggi di ritorno dei mezzi vuoti, con un sistema semplificato.
“L’attivazione della procedura – sottolinea l’Autorità portuale, giustamente soddisfatta – è stata resa possibile grazie all’apporto sinergico dell’agenzia delle Dogane, della Capitaneria di porto e dell’Autorità portuale che ha sperimentato tecnologie avanzate in campo RFID (identificazione con radiofrequenza). In sostanza, lo speciale sigillo della Leghorn – che si legge con una apposita “pistola” a radiofrequenza – consente di tenere sotto controllo la merce contenuta non solo nei contenitori ma anche nei semirimorchi fin dalla partenza. A differenza dei tradizionali sigilli meccanici, il sigillo elettronico monitorizza anche eventuali violazioni: e infatti nel corso dell’esperimento è stato fatto un test anche su una violazione di prova, con risultati assolutamente positivi. Con il sigillo elettronico opera il TPSC (Tuscany Port Community System) che ha messo in rete tutte le informazioni consentendo tutti i tipi di controlli, compresi quelli su eventuali effrazioni.
Soddisfatti sia Renzo Conti (terminal LTM), sia Antonella Querci (Port Authority), sia Agnese Tonola (Dogana), sia infine Massimo Scali (Austral). Adesso dalla fase sperimentale si dovrà progressivamente passare alla operatività concreta, affinando alcuni elementi emersi dal collaudo, costi compresi. Ma la strada è aperta e l’esperimento livornese farà certo scuola.
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