Livorno, opportunità come porto UE
L’importanza di essere nelle reti Ten-T e le possibilità di accesso ai fondi della Banca Europea – L’economia del mare nelle strategie europee – La proposta della “zona franca”

Giuliano Gallanti
LIVORNO – Si è parlato, sotto vari aspetti giuridico-economici, di “Fondi europei e reti Ten-T per rilanciare una sfida globale” ieri nella sede della Camera di Commercio, con il sottotitolo, per l’ennesimo convegno dedicato al porto e alla logistica, in tempi nei quali – come ha rilevato il presidente della Camera Sergio Costalli – occorre cogliere l’occasione storica fornita dai piani UE.
I promotori dell’iniziativa, ovvero la stessa Camera di Commercio, l’Asamar degli agenti marittimi e la Spedimar degli spedizionieri, hanno ovviamente focalizzato il dibattito sul ruolo possibile (e auspicabile) per il porto di Livorno, con un intervento clou affidato già dal “panel” al presidente della Regione Enrico Rossi. Che non manca mai, in questi giorni, di ricordare che il suo impegno è anche e specialmente a Roma per la “emergenza Livorno” su occupazione, rilancio e portualità.
[hidepost]Molto tecnico, ma con riflessi ben chiari anche ai tanti operatori presenti, il report di Andrea Kirschen della BEI (Banca Europea Investimenti) sul supporto della stessa banca ai porti italiani. E il presidente dell’Autorità portuale Giuliano Gallanti, che ha aperto i lavori del convegno, ha sottolineato come il porto stia uscendo da una lunga fase recessiva in alcuni dei settori più vitali, e si stia giocando le carte di un rilancio internazionale proprio grazie al piano regolatore in via di approvazione e la Piattaforma Europa. Tema delicato, trattato da Gallanti, anche la nuova regolamentazione europea sui servizi portuali, con particolare riferimento a Livorno: sul quale torneremo con un doveroso approfondimento.
Che le reti Ten-T, ovvero le direttrici fondamentali per lo sviluppo della logistica integrata europea, siano ormai le linee-guida dell’Europa per tutti gli investimenti sulla trasportistica non solo è evidente ma è codificato. E se in Italia si continua da parte di qualche frangia politico-istituzionale a chiedere o proporre deroghe, non gioca certo a favore della chiarezza. Nella progettualità di Bruxelles – è emerso con chiarezza – il porto di Livorno è entrato dopo qualche iniziale incertezza, ma oggi c’è e deve cogliere l’opportunità con un lavoro coordinato delle istituzioni pubbliche territoriali ma anche della componente privata, ovvero degli imprenditori del ramo. Da qui l’impegno, ribadito ieri, da parte di Asamar (presidente Laura Miele) e Spedimar (presidente Gloria Dari). E dalla stessa Camera di Commercio il cui presidente Sergio Costalli va da tempo insistendo sul concentrarsi del suo ente sulle problematiche concrete delle aziende, ma anche sulla proposta – fatta propria anche da Rossi – di un’area per insediamenti a tassazione ridotta (“area franca”) che potrebbe rilanciare tutto il territorio retroportuale. Più specifici gli interventi di Emilio Rossi (Oxford Economics) e Nicoletta Batini (Mef), che hanno messo in luce anche le opportunità concrete per il porto di Livorno di accedere ai fondi europei per la logistica e la trasportistica.
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