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Sulle terne a Livorno è quasi rissa

LIVORNO – Hanno fatto prima a Roma, tutto sommato, a trovare un accordo sul presidente della Repubblica che non a Livorno sulla terna da inviare al ministro per la presidenza dell’Autorità portuale. Con tanto di accuse e contro-accuse, minacce di querela, ripicche su inviti a vedersi respinti al mittente.
[hidepost]E con tanto di nomi sparati più o meno a casaccio – con qualche responsabilità anche dei giornali che abboccano a tutto – con il solo risultato di creare imbarazzi, “disinformazia” e qualche passeggera illusione…
Lo stato dell’arte rimane ancorato a un solo candidato formalmente espresso: Luciano Guerrieri, già presidente della Port Authority di Piombino, ex presidente di Assoporti, “saggio” della stessa associazione nazionale per il settore dei dragaggi, oggi commissario tre volte riconfermato su Piombino. La sua designazione “secca”, cioè a nome unico, è venuta come noto dalla Camera di Commercio, che ha così recepito, con 8 voti su 9, le indicazioni delle categorie degli operatori economici e portuali. Al sindaco Nogarin che ha bollato la designazione come partitica, espressione del “poltronificio” della politica, il presidente della Camera di Commercio Costalli ha risposto minacciando querela e mandando all’aria l’incontro che lo stesso Nogarin aveva convocato per giovedì alla ricerca di una linea comune. Linea comune che date le premesse era già un’utopia in partenza, visto che sia il sindaco di Capraia Guarente sia il presidente della Provincia Franchi sembrano fermamente intenzionati a puntare sull’abbinata Gallanti-Guerrieri che Nogarin boccia.
Il sindaco da parte sua ribadisce un concetto non da tutti condiviso: che il Comune sia, per la designazione del candidato alla presidenza della Port Authority, il primo inter pares, ovvero che dovrebbe nei fatti contare di più per il ministro. Una tesi che visti i precedenti anche in altri porti non sembra abbia avuto molti concreti esempi.
A ieri, il turbine delle chiacchiere continuava. E a questo punto non sembra conti tanto chi sarà il designato nella terna (o chi saranno) quanto chi sceglierà il ministro Lupi per il commissariamento allo scadere del mandato di Giuliano Gallanti.
Lupi (e Renzi) hanno ribadito che non si faranno nuovi presidenti prima della nuova legge sui porti, valutando che il commissario per Livorno durerà 6 mesi. Ma hanno anche detto che il commissario (e i commissari per gli altri porti in scadenza) avranno pieni poteri, per non bloccare i tanti atti in corso d’opera nelle Autorità portuali. Commissariamenti provvisori dunque: anche se l’esperienza ci insegna a temerli, perché in Italia non c’è niente di più permanente della provvisorietà degli atti pubblici. Sperando, ovviamente, di sbagliarci.
Antonio Fulvi

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Pubblicato il
31 Gennaio 2015

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