E’ scontro sulla “Porto 2000” dubbi dei sindacati sulla gara
Dopo l’assemblea, conferenza stampa e stato di agitazione per chiedere “chiarimenti” sul bando e sui tempi – Il punto nel comitato portuale di ieri

Massimo Provinciali
LIVORNO – Il nodo della privatizzazione della “Livorno Porto 2000”, la società per i traghetti e le crociere che l’Autorità portuale si appresta a privatizzare tramite gara, è approdato ieri in comitato portuale. Ma non senza un corredo di polemiche e di “dietrismi”, alimentati anche da una recente assemblea dei dipendenti della società – come noto di proprietà dei due azionisti Autorità portuale e Camera di Commercio – e da una conferenza stampa dei sindacati il giorno prima del comitato.
Nell’assemblea del personale, il neo-presidente della “Porto 2000” Massimo Provinciali ha cercato di chiarire i passaggi che stanno portando l’Autorità portuale e la Camera di Commercio, in piena sintonia, verso la gara di privatizzazione. Passaggi che partono da lontano – ha ricordato Provinciali – con la legge 84/94 che chiede da tempo alle Autorità portuali di lasciare la maggioranza delle società di servizi create nei porti.
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Nella foto: (da sinistra) Fabio Bicchierini, Enrico Barbini e Maria Grazia Macchia.
Il bando di gara è stato preparato con l’ausilio di un advisor, è stato già preventivamente sottoposto al parere del ministero delle Infrastrutture e dovrebbe aprire la competizione tra i privati interessati non oltre la fine di marzo, prima della scadenza dell’attuale gruppo dirigente di Palazzo Rosciano. Provinciali ha anche ricordato che il bando intende mantenere una “golden share” ai due enti pubblici, il che garantirà anche l’occupazione e l’interesse delle istituzioni e del porto; ma ha sottolineato – come riferiscono i sindacati – che la “Porto 2000” non è una cooperativa e quindi le decisioni vengono prese dai soci e non dalle assemblee, sia pur nel pieno rispetto delle istanze dei dipendenti.
Tutt’altro che tranquillizzati, nella conferenza stampa di giovedì, i rappresentanti delle tre organizzazioni sindacali Enrico Barbini (Cgil), Fabio Bicchierini (Uil) e Maria Grazia Macchia (Cisl) che hanno invece attaccato modi, tempi e anche “criticità” dell’operazione. Annunciando anche il presidio permanente dei lavoratori della “Porto 2000” a cominciare da ieri davanti a Palazzo Rosciano – in coincidenza con il comitato portuale – e fino ad ottenere “garanzie e chiarimenti” che non ci sarebbero ad oggi stati.
Sempre secondo i tre sindacalisti, l’Autorità portuale e la Camera di Commercio hanno “forzato i tempi” della gara, non mantenendo l’impegno iniziale di arrivarci solo dopo l’approvazione del piano regolatore generale del porto e quindi la definizione di scelte ancora oggi ipotizzate ma non ufficiali: come le concessioni dell’Alto Fondale, il “comparto crociere” sulla Orlando, il completamento dei piani di stabilizzazione degli attracchi, gli accordi con le compagnie. “Si avvia la privatizzazione – ha detto Barbini – senza che ci siano state fornite risposte a tutti i nostri dubbi, compreso il perché si siano perduti tanti attracchi anche quest’anno, perdite difficilmente da attribuire solo alla carenza di banchine”. Le ricadute sociali della privatizzazione sono paventate dai sindacati: nella mancanza di garanzie – affermano – sull’occupazione, su certe esternizzazioni di servizi, sul perché non si sia attinto dall’organico della “Porto 2000” per certe assunzioni in diretta a Palazzo Rosciano. Nella sostanza: perché tanta fretta di “vendere” dopo anni ed anni, proprio prima della scadenza dell’attuale vertice dell’Autorità portuale? Sottinteso: questa fretta non può far pensare che si voglia favorire qualcuno in un range di possibili interessati alla “Porto 2000”? E non si rischia addirittura un “suicidio” della società che potrebbe invece essere una importante componente per l’economia del territorio?
Qualche risposta, in realtà, è arrivata dal comitato portuale di ieri. Ma non sembra aver convinto più di tanto i sindacati, che avrebbero confermato lo stato di agitazione.
A.F.
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