TRIESTE – “Accogliamo con molto favore la nomina di Zeno D’Agostino a commissario dell’Autorità portuale di Trieste: le sue competenze tecniche di grande livello saranno utili per permettere allo scalo di compiere una svolta di cui si sentiva la necessità”.
Per leggere l'articolo effettua il Login o procedi alla Register gratuita.
Venice Offshore Port
L’iniziativa di Paolo Costa sta in piedi soltanto perché non ha trovato significativi ostacoli sul suo percorso, in quanto da parte della Regione F.V.G. e dagli Amministratori Triestini ormai da parecchio tempo non vengono messe in campo apprezzabili e significative iniziative a livello Nazionale ed Internazionale volte a – stimolare – catalizzare – gl’interessi di quanti siano essi Investitori / Armatori / Operatori di caratura Mondiale, credono nelle grandi potenzialità del Corridoio Baltico Adriatico e nella strategicità della Regioni F.V.G. per convogliare i flussi merceologici dell’interscambio Est / Ovest verso la Piattaforma Continentale Europea, e nel possibile sfruttamento dei profondi fondali naturali ( 18 m ) presenti nel Porto Nuovo Triestino.
Chiaramente per sfruttare razionalmente i profondi ( 18 m ) fondali del Golfo di Trieste e metterli al sevizio delle sia delle crescenti esigenze dei vettori che l’Armamento sta mettendo in linea sulle rotte Internazionali, che della costante crescita dei flussi delle merci containerizzate in transito nel Mediterraneo relative all’interscambio Euro Asiatico, bisogna pianificare la realizzazione di almeno due interventi:
1) Eliminare alcuni colli di bottiglia fisici/normativi che condizionano un razionale sfruttamento dell’asse Ferroviario della Pontebbana ed il Corridoio baltico Adriatico.
2) Potenziare significativamente il Terminal Contenitori esistente oppure realizzare uno nuovo, per far si che le infrastrutture dello Scalo Triestino si caratterizzino per dimensioni e potenzialità per consentirli di poter movimentare annualmente valori prossimi a quanto nel Tirreno Genova sta facendo con il Terminal di Voltri, per far si che ribadisco sfruttando a dovere sia la ferrovia Pontebbana che il Corridoio Baltico Adriatico possa diventare uno dei Hub di riferimento per i flussi merceologici in transito nel Mediterraneo.
Insieme di opere che sfruttando le notevoli peculiarità dei litorali dello Golfo Triestino sarebbero certamente più razionali ed economiche del Terminal Offshore Veneziano, ma in mancanza delle quali non credo sia il caso che i Politici e gli Amministratori Regionali e Triestini si facciano molte illusioni poiché “sarà purtroppo inevitabile” che Paolo Costa con il suo per certi versi anche invidiabile attivismo tenti comunque di andare avanti con la sua anche se pur molto costosa iniziativa finalizzata a garantire un futuro allo Scalo Veneziano, magari ci fosse traccia di tanto attivismo anche in quanti gestiscono/gestiranno la Portualità della Regione F.V.G.
Brunello Zanitti Giuliano
http://sceltemancate.trieste.it
Complimenti per la nomina del dott. Zeno D’Agostino a Commissario dell’Autorità Portuale di Triestina, incarico che sembra transitorio in attesa di quello Presidenziale che probabilmente dovrebbe contemplare anche l’accorpamento funzionale dei tre Scali Regionali.
I complimenti sono chiaramente supportati dalla speranza che il nuovo Presidente non sia come lo sono stati alcuni suoi predecessori, dei semplici ragionieri impegnati quasi esclusivamente nella sterile gestione della quotidianità, ma che mettendo a frutto il suo presumibile spiccato attivismo possa materializzare quello che almeno nelle menti di molti per ora rimane soltanto “un semplice nostro sogno” riuscire un bel giorno a spostare un pò più a Sud verso L’Alto Adriatico il baricentro del Sistema Trasportistico della Piattaforma Continentale Europea.
Spostamento che potrà concretizzarsi soltanto se l’Alto Adriatico crederà maggiormente in se stesso e sarà in grado di sfruttare le sue notevoli ma tuttora purtroppo inespresse potenzialità, che sono:
1. Posizione strategica.
2. Ampio bacino d’utenza.
3. Notevole ampiezza delle aree retroportuali presenti nella regioni F.V.G..
4. Collegamenti Ferroviari, Pontebbana e Corridoio Baltico/Adriatico.
5. Collegamenti Autostradali A 4 A 23.
6. I notevoli fondali naturali del Golfo di Trieste.
Credo che per poter pianificare il futuro bisogna anche avere il coraggio/l’umiltà di non voler più sfruttare impropriamente come avveniva spesso in passato le tanto decantate “strabilianti performance del nostro Scalo” relative alle merci che complessivamente venivano annualmente movimentate nelle nostre banchine “sbandierandole come vanto delle nostre grandi capacità e potenzialità”.
Analizzando seriamente/razionalmente i dati statistici relativi al 2013, credo che le nostre citate strabilianti performance risulterebbero purtroppo alquanto modeste e notevolmente ridimensionate, se dai valori ufficiali delle merci complessivamente movimentate 56,5 milioni andiamo a togliere i 41,3 milioni di tonnellate del petrolio della SIOT, le Rinfuse della ferriera di Servola, ed i Traffici Ro/Ro relativi alle cosiddette Autostrade del Mare, tutti Traffici pur sempre importanti anche se modesti portatori di valore aggiunto soprattutto in merito al scarso numero di avviamenti al lavoro che producono, ma che comunque di fatto nulla hanno realmente a che fare ne con le capacità degli Amministratori dello Scalo e neppure con le sue attuali dotazioni infrastrutturali e potenzialità in termini di competitività nei confronti dei nostri antagonisti vicini/lontani.
Potenzialità che purtroppo almeno per lo Scalo Triestino sono state di fatto e per decenni ibernate “per alcune delle mancate scelte del passato” un esempio eclatante della nostra irrazionalità si materializza nel mancato sfruttamento dei tanto decantati fondali (18 m) del Porto Nuovo Triestino, in quanto detti fondali sono sfruttati soltanto dagli 800 ml. delle banchine presenti sul Lato Sud del Molo Vll° attualmente gestite da Italia Marittima, poiché sono soltanto queste realmente attrezzate per poter consentire l’operatività ai nuovi grandi Vettori che l’Armamento sta mettendo in Linea sulle Rotte Internazionali, mentre le restanti diverse migliaia di ml. di banchine presenti al Porto Nuovo sono adibite quasi esclusivamente alla gestione dei Traffici Ro/Ro, che per loro natura notoriamente non necessitano di fondali particolarmente profondi, e la tanto osannata Piattaforma Logistica in Area Scalo Legnami essendo finalizzata all’esclusiva gestione dei Traffici Convenzionali e Ro/Ro, non va certamente ad accrescere le nostre potenzialità nei confronti dei Traffici delle merci containerizzate.
Per materializzare “il citato sogno” bisogna lasciare alle spalle “il deleterio non se pol” e porre quindi rimedio all’immobilismo del passato e finalmente cercare di sensibilizzare/catalizzare a livello Nazionale/Internazionale gli interessi di quanti siano essi Operatori/Armatori/Terminalisti di carature Internazionale che poiché credendo nella notevole strategicità dei Litorali della Regione F.V.G., fossero intenzionati ad investire in Infrastrutture e Collegamenti.
Soltanto se saremo in grado di pianificare/realizzare in futuro nel Golfo di Trieste un nuovo moderno Terminal Contenitori da affiancare al Molo Vll° attualmente in concessione ad Italia Marittima, per far si che la nostra capacità di movimentazione annua possa assumere valori prossimi a quelli che nel Tirreno Genova sta facendo con il Terminal di Voltri, potremmo eliminare almeno in parte “il notevole Gap” infrastrutturale da noi accumulato negl’anni nei confronti della Portualità del Nord Europa, e poter quindi finalmente sfruttare a dovere le quasi 4.000 miglia di vantaggio il che significano 5 + 5 giorni di navigazione in meno per i flussi merceologici in transito nel Mediterraneo relativi all’interscambio Euro Asiatico, che attualmente approdano negli Scali del Nord Europa.
Mettiamoci comunque il cuore in pace, poiché se non saremo in grado di assecondare le notevoli e crescenti esigenze dei flussi merceologici il mondo dello shipping ed i nostri antagonisti vicini/lontani andranno comunque avanti anche senza di noi, e probabilmente sulla scena dei Traffici Internazionali continueremmo ad essere soltanto dei semplici marginali e modesti spettatori.
Brunello Zanitti Giuliano
http://sceltemancate.trieste.it
Punti salienti su cui si dovrà intervenire per rilanciare
la Portualità dell’Alto Adriatico e le economie della Regione F.V.G.
Per sperare in un futuro migliore forse sarebbe il caso di prendere seriamente in considerazione il volano economico che la Portualità e le variegate attività legate al mare sarebbero in grado di generare, volano che non sarebbe chiaramente circoscritto soltanto ai ritorni economico occupazionali conseguenti alla realizzazione delle grandi opere infrastrutturali di cui il nostro Paese ha assoluto bisogno o dalle attività portuali propriamente dette, poiché maggiori saranno i volumi delle merci in transito nei nostri Scali e maggiori di conseguenza potrebbero essere le possibilità che qualche Investitore o Imprenditore Italiano o Straniero consideri opportuno e redditizio sfruttare la strategicità dei Territori affacciati sul Nostri Mare per incrementare le loro attività, siano esse industriali manifatturiere o logistiche, per avvalorare questa mia tesi credo sia sufficiente dare un’occhiata ai grandi Scali del Nord Europa ed alle molteplici redditizie e variegate e attività che sono proliferate nei loro hinterland Portuali.
In merito al possibile rilancio della Portualità, credo che nella nostra Regione bisognava già da tempo rendersi conto che era ormai giunto il momento di superare il nostro miope provincialismo ” ed accorpare sotto un’unica Autority i tre Scali Trieste – Monfalcone – Porto Nogaro ” ed anche una significativa parte delle attività che in Regione hanno qualcosa a che fare con i traffici e la movimentazione delle merci, poiché soltanto in questo modo riusciremo a razionalizzare e concentrare gl’investimenti e le pianificazioni per realizzare alcune opere altamente caratterizzate in termini di collegamenti dimensioni e potenzialità, opere che dovrebbero chiaramente fare anche da traino per lo sviluppo di tutti gl’altri settori legati ai Traffici delle merci convenzionali ed alla logistica di retroporto.
L’operatività dei tre Scali dovrebbe essere chiaramente finalizzata allo sfruttamento razionale delle loro peculiari singole caratteristiche, escludendo quindi a priori illogici e costosi doppioni operativi, razionalità che dovrebbe tradursi in:
a) Trieste, deve sfruttare i suoi profondi fondali e quindi puntare sui traffici delle merci containerizzate pianificando la realizzazione di corposi rimodellamenti ed ampliamenti dei nostri litorali, cercando nel contempo di produrre adeguati stimoli in quanti credono ancora nelle notevoli ma tuttora purtroppo inespresse potenzialità dell’Alto Adriatico, siano essi Imprenditori – Armatori – Investitori.
L’operazione potrebbe partire dal Porto Nuovo, pianificando il possibile interramento totale/parziale delle vasche di Riva VI° e Vll° attualmente sottoutilizzate comprese tra i Moli V° – VI° – VII° – andando quindi a recuperare ampi spazi al mare e poter quindi favorire l’arrivo di un’eventuale nuovo Terminalista/Operatore di caratura Internazionale, che sia interessato alla realizzazione e gestione di una moderna infrastruttura per i traffici delle merci containerizzate, che per dimensioni e potenzialità sia in grado di movimentare annualmente quanto Genova nel Tirreno sta facendo con il Terminal di Voltri, e dia finalmente l’opportunità al nostro Scalo di poter sfruttare, sia il nostro vantaggio di circa 4.000 miglia e i conseguenti 5 + 5 giorni di navigazione nei confronti della Portualità Nord Europea per i flussi merceologici in transito nel Mediterraneo relativi all’interscambio Euro/Asiatico, che i 18 ml dei suoi profondi fondali naturali, per poter finalmente far si che nell’Alto Adriatico ci sia nuovamente un Hub di riferimento per i mercati della Piattaforma Continentale Europea, e materializzare quello che per ora rimane soltanto un nostro sogno/ambizione “spostare in futuro un po’ più a sud verso l’Alto Adriatico il baricentro del Sistema Trasportistico Comunitario”.
La Portualità Triestina dovrebbe risolvere anche la problematiche legate ai Traffici Ro/Ro, a tal proposito bisogna concludere le operazioni di bonifica e finalmente spostarli in Area Ex Aquila e quindi liberare il Terminal Di Riva Traiana per poterlo adeguare a quelle che sono le particolari esigenze dei Traffici dei Traghetti Passeggeri, traffici che in questo sito molto più congeniale/funzionale rispetto all’attuale ormeggio 57 del Molo VII, potrebbero in futuro far registrare un significativo incremento.
b) Monfalcone, considerati i limiti dei suoi fondali dovrebbe concentrare le sue attività sui Traffici delle merci convenzionali, le potenzialità di questo Scalo data la strategicità della sua posizione la presenza di adeguati collegamenti gomma/rotaia e sopratutto la notevole disponibilità di spazi posti sia a Ovest che a Est del Golfo di Panzano, sono realmente notevoli poiché se si sfruttassero a dovere i collegamenti marittimi (le autostrade del mare) questo Scalo avrebbe tutte le caratteristiche per poter diventare il fulcro per la raccolta/stoccaggio/conservazione/distribuzione ed eventuale lavorazione dei prodotti alimentari ed ortofrutticoli, provenienti principalmente dal nostro Sud ma anche da altri Paesi Mediterranei, per facilitare la loro penetrazione nei ricchi mercati della Piattaforma Continentale Europea.
In merito alle citate opportunità di questo Scalo forse sarebbe pure il caso di valutare se la ventilata realizzazione di un minirigassificatore nel Golfo di Panzano potrebbe essere funzionale “al menzionato Polo agro ittico alimentare realizzabile nello Scalo Monfalconese” considerato il possibile sfruttamento della catena del freddo resa disponibile dal ciclo di rigassificazione del GNL sbarcato dalle motonavi.
c) Porto Nogaro, questo Scalo per le sue particolari caratteristiche “bassi fondali ed ampie aree Retroportuali” ha una vocazione prettamente Industriale, vocazioni che potrebbero essere ulteriormente incrementate se con il citato possibile potenziamento infrastrutturale dello Scalo Triestino il quantitativo delle merci in transito nella Regione F.V.G. subirebbe un prevedibile notevole aumento.
Ma per decollare veramente Porto Nogaro necessita di corposi interventi che dovrebbero interessare:
1) Il potenziamento dei collegamenti gomma/rotaia.
2) Dragaggi l’allargamento del Canale ed interventi su banchine e piazzali.
3) La realizzazione di adeguate opere di sbarramento/contenimento per proteggere fino al mare aperto la via d’ingresso al canale.
Per concludere penso che difficilmente saremo in grado di guardare serenamente al futuro se continueremmo ad essere impantanati in una selva interminabile di “se di ma e di come” poter intervenire per eliminare le problematiche che stanno tarpando le ali al possibile rilancio delle nostre economie, problematiche in parte generate da “alcune farraginose Normative e pratiche burocratiche” che purtroppo attualmente sono fonte d’interminabili contenziosi che di fatto stanno allontanando/scoraggiando quelli che potrebbero essere i potenziali Investitori siano essi Armatori o Terminalisti Nazionali/Internazionali, poiché dette Norme di fatto impediscono o condizionano notevolmente in termini di tempi e costi la realizzazione di opere Infrastrutturali di cui sia la nostra Portualità che il nostro Paese avrebbero invece assoluto bisogno.
Mettiamoci comunque il cuore in pace, poiché se non saremo in grado di assecondare le notevoli e crescenti esigenze dei flussi merceologici il mondo dello shipping ed i nostri antagonisti vicini/lontani andranno comunque avanti anche senza di noi, e probabilmente sulla scena dei Traffici Internazionali continueremmo ad essere soltanto dei semplici marginali e purtroppo modesti spettatori.
BRUNELLO ZANITTI Giuliano
http://sceltemancate.trieste.it