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E ora il TDT è ripartito

Luca Becce: il terminal lavora bene, vogliamo crescere nel territorio

Luca Becce

LIVORNO – Al Terminal Darsena Toscana il riscontro del servizio MEX è positivo, nei limiti di una sperimentazione avviata ad oggi con due navi. Due navi “lavorate bene”, come sottolinea l’amministratore delegato del TDT Luca Becce, cogliendo così il successo di operazioni su ro/ro che non sono certo la specializzazione del terminal.
Dottor Becce, Grimaldi sottolinea l’importanza del collegamento ferroviario del vostro terminal.
[hidepost]“E in effetti nella trattativa che ha preceduto gli accordi è stato messo l’accento su questo must del TDT, che interessa la linea specie per le merci in arrivo. Il rafforzamento del raccordo, in corso d’opera, avrà anch’esso il suo peso. Attualmente noi operiamo per ferrovia dal 15% al 20% dei nostri totali, ma queste percentuali ritengo cresceranno notevolmente”.
Il servizio MEX di Grimaldi, il nuovo collegamento di UASC, il ritorno di ZIM sono segnali importanti per il terminal: può tradurceli in percentuali?
“Posso confermarle che il trend dei traffici è in forte crescita fin dall’ultimo periodo del 2014. Più precisamente l’incremento dei nostri traffici nel gennaio scorso è stato del 28% sul corrispondente mese del 2014 e anche a febbraio nel confronto con il febbraio 2014 stiamo registrando un + 25/30% che ci riempie di soddisfazione”.
Qualcuno si chiede quale sia l’incidenza dei trasbordi specie nei traffici ZIM…
“Non ho difficoltà a rispondere: siamo nell’ordine del 20%, che è fisiologico di questo tipo di collegamento”.
Dunque sembrano alle spalle, speriamo, i tempi grami del terminal livornese. Certo, aiuta l’inizio della ripresa economica generale, ma è anche un segnale di apprezzamento del TDT…
“Io sono dell’opinione che il successo di un terminal dipende fondamentalmente dal lavoro che fa e di come lo fa. Se il terminal lavora bene, l’armatore non scappa e anzi cerca di crescervi”.
Però si è parlato spesso, anche a Livorno, di guerra al massacro sulle tariffe terminalistiche.
“Parliamoci chiaro: le lotte al massacro per pochi euro a teu che senso hanno, anche per l’armatore, a fronte di costi che variano per decine se non centinaia di euro in altri campi, come il bunker, la sicurezza internazionale, la velocità operativa e tanto altro? Dobbiamo guardare all’efficienza del nostro lavoro, ottimizzarla al massimo e farla valere. Dico di più: terminal e armatori sono due settori del sistema logistico che hanno problematiche diverse, dipendono entrambi dalle merci, ma non possono imporsi regole e tariffe l’uno con l’altro. Armatori e terminal devono collaborare se vogliono i migliori risultati per entrambi, ma nel reciproco rispetto. Per quello che ci riguarda poi, come terminal siamo profondamente legati al territorio, vi siamo radicati e intendiamo esserlo sempre di più. Un segnale è il nostro ingresso in Confindustria locale: un altro segnale, la manifesta volontà degli azionisti di interessarsi alla crescita del porto, con un occhio – anzi, entrambi – alla grande promessa della Piattaforma Europa.
A.F.

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Pubblicato il
28 Febbraio 2015

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