Provinciali illustra all’Atena ruoli e speranze del porto
La crescita dello scalo e la pianificazione per il prossimo futuro nella “lezione” del segretario generale della Port Authority – La forza lavoro che gravita sulle banchine

Il preside Mumolo consegna a Provinciali il crest dell’Atena.
LIVORNO – Ve lo spiego io il porto, così com’è nato, com’è cresciuto, come si trova attualmente, ma specialmente come vorremmo che diventasse. Massimo Provinciali, segretario generale della Port Authority, ha sfoderato nella sua lectio magistralis per l’associazione Atena in Fortezza Vecchia davanti a un centinaio di studenti dell’istituto nautico “Cappellini”, non solo la sua competenza ma anche la capacità di sintetizzare una storia che abbraccia secoli, facendo poi il punto sul sogno di oggi per domani: il nuovo piano regolatore, la piattaforma Europa e l’impegno per mantenere Livorno nel range dei “core portiss” dell’Europa, salvando l’importante settore dei contenitori ma anche quello altrettanto importante dei ro/ro dalle problematiche di uno scalo ormai troppo piccolo per entrambi.
[hidepost]Presieduta dall’ex preside del nautico professor Mumolo – che ha svolto una lunga prolusione sulla genesi e sull’importanza del trasporto marittimo fino alle normative introdotte dell’IMO a livello mondiale – l’associazione Atena ha voluto chiaramente presentare ai giovani una speranza: quella di un porto che tornerà a crescere, garantendo per chi avrà la giusta specializzazione (e da qui il Nautico) anche un posto di lavoro. Provinciali a sua volta ha ricordato che la forza-lavoro in un porto come quello livornese è notevole: 1400 dipendenti delle imprese, 500 case di spedizione, 250 agenzie marittime 100 spedizionieri doganali ne sono la struttura portante, che l’Authority coordina e garantisce anche grazie ai 70 milioni di euro investiti negli ultimi 4 anni, con un incremento dei traffici nel 2014 dell’1,4%, del +3,3% dei contenitori, del 7% dei rotabili e del 11,5% delle auto nuove. Risultati da considerare – ha ricordato Provinciali – nel quadro di una storica crisi internazionale. Ma così com’è – ha detto ancora Provinciali – il porto non può andare oltre, perché nei due suoi principali traffici – ro/ro e containers – occorrono strutture totalmente nuove, adatte alle navi ben più grandi diventate la norma dello shipping. Da qui il progetto della Piattaforma Europa, fulcro del nuovo piano regolatore, che se potesse partire entro quest’anno con tutte le pratiche completate consentirebbe in 5 anni di ospitare fullcontainers da 10/12 mila teu per un totale di 1,5 milioni di teu all’anno contro l’attuale mezzo milione. E la piattaforma Europa – ha concluso Provinciali, che da segretario generale dell’Authority è anche il primo responsabile della pianificazione – è solo il primo, più urgente ma non unico, tassello per la crescita: perché in una seconda fase – non accantonata ma solo rinviata – è previsto anche il nuovo porto per i ro/ro, che sono (ricordarsi l’importanza dei traffici della Grimaldi, ormai primo armamento europeo nel settore e tra i più importanti del mondo) altrettanto importanti dei containers. Con lo spostamento anche della darsena petroli e la riconfigurazione della foce armata dello Scolmatore, che consentirà finalmente di tombare la sciagurata “porta” dai Navicelli alla Darsena Toscana. Un porto totalmente nuovo, moderno ed adeguato alle navi delle prossime generazioni, in poche sostanziali mosse. Salvo ovviamente – ma Provinciali ha glissato in modo signorile – le resistenze di chi gioca sul futuro sviluppo del porto e del lavoro per rivendicare ruoli politici e istituzionali.
A.F.
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