La Tirrenica? Un’autostrada Arlecchino
FIRENZE – Resisteremo alla tentazione di scrivere che ci risiamo con le promesse, dopo oltre trent’anni di una filza infinita di accordi, protocolli, addirittura decreti e stanziamenti di fondi.
[hidepost]Eppure metteremo da parte il pessimismo della ragione per cedere all’ottimismo di una speranza: quella che finalmente si sia giunti alla chiusura della “neverending story” dell’autostrada tirrenica, anche se sarà un’autostrada dimezzata.
La notizia: il viceministro Riccardo Nencini, toscano e assai legato al premier Renzi, ha annunciato che entro il 30 maggio sarà firmato un protocollo (e dai!) tra ministero delle Infrastrutture, Regioni Lazio e Toscana e società SAT, con un progetto da 1,4 miliardi per sanare il collegamento-scandalo tra Rosignano, Grosseto e Civitavecchia. Un accordo-pateracchio, perché sarà autostrada a metà, una specie di vestito d’Arlecchino a pezze: da Grosseto sud a Civitavecchia autostrada vera (si lavora già da tempo nella parte tra Tarquinia e lo svincolo della Civitavecchia-Roma); da Grosseto a Rosignano sarà superstrada, senza pedaggio e con allargamento e rifacimento dell’attuale tracciato superstradale; e rimane l’UFO del tratto a pagamento tra Rosignano e Cecina nord, uno scandalo nello scandalo: ma non si può aver tutto dalla vita…
Il progetto esecutivo, che baypassa Livorno perché da Rosignano si “salta” tagliando fuori città e porto fino al raccordo con la Livorno-Sestri, secondo quanto promesso a Roma e a Firenze, ci sarà a settembre. La SAT che sembrava si fosse tirata indietro, adesso ci sta: perché finanzierà i lavori con un aumento – promesso dal governo – delle tariffe autostradali di tutta Italia. Come a dire: a pagare è sempre Pantalone. Ma a pagare siamo abituati: non lo siamo invece a veder mantenere le promesse sulle opere, e specialmente a vederle mantenere sui tempi. Chissà se tra un lustro o poco più la “neverending story” sarà davvero finita?
A.F.
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