Sommariva e l’Horror Vacui…
LIVORNO – In fisica si chiama Horror Vacui, cioè l’orrore del vuoto. Che va riempito, nel bene e nel male. Quello che in queste ore capita nel mondo della portualità ha qualche assonanza: con le dimissioni del ministro Lupi e l’ingresso del ministro Delrio, il dicastero delle Infrastrutture e Trasporti sembra scontare l’incertezza di un vuoto di progetti che fino a pochi giorni fa non c’era. Giusta o sbagliata che fosse l’impostazione della riforma, la riforma c’era. E adesso?
[hidepost]Adesso assistiamo allo “spacchettamento”: o almeno a quello che sembra uno sbriciolamento dei temi della riforma. L’avete notato? In ogni porto si va come se di riforma non si fosse mai parlato, o comunque non incombesse. Si gestiscono le problematiche locali, con nomine, convegni, progetti. Può anche essere un bene, perchè inchiodare tutto in attesa che si sia riempito il vuoto sarebbe sbagliato. Ma dov’è il coordinamento nazionale che il premier Renzi aveva promesso, o minacciato, o comunque preannunciato?
A Trieste, dove il presidente-decisionista dell’Authority Marina Monassi è stata sostituita Manu Militari dal commissario Zeno D’Agostino, in tempi fulminei è stato nominato anche il segretario generale, una vecchia volpe indubbiamente abile e ben introdotta nel mondo della portualità come Marco Sommariva. Attenti: votato all’unanimità dal comitato portuale, lui che proviene da Genova, ha militato a lungo a Bari come segretario generale dell’Authority, era stato dato come possibile candidato di recente ancora a Genova (dopo il quasi dimissionario Luigi Merlo per la faccenda delle elezioni regionali alle quali corre la consorte), per Livorno, anche per Civitavecchia. A Trieste Sommariva è stato subito chiaro: “Il futuro di Trieste – ha esordito con l’ovvio – passa per il porto”. Ma ha anche detto altre cose meno ovvie, come la necessità di studiare il modello dei “comitati territoriali” che ha fatto ben funzionare a Bari. E comunque, anche D’Agostino ha insistito sulla priorità di interventi strategici che non si sa quanto e quando competeranno all’Authority così costituita se ci sarà la riforma.
Spulciando poi le varie indiscrezioni sui programmi ministeriali, si è letto che nel drastico taglio degli investimenti pubblici annunciato da Delrio ci sono anche molte “grandi opere”. Testuale: “Rinviate la Orte-Mestre, il Frejus, i progetti portuali per Civitavecchia, Taranto e Ravenna…” mentre viene confermato il completamento del Mose insieme ai lavori alla Salerno-Reggio Calabria e al Brennero.
Siamo all’ordine sparso o sbaglio? E a riempire il vuoto lasciato dalla riforma (abortita o solo da rivisitare) siamo sicuri che il sistema del carciofo (foglia per foglia) sia il migliore?
Antonio Fulvi
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