Un progetto in un quadro che cambia
LIVORNO – Progettisti e amministratori, tecnici e politici: difficile immaginare che dalla conferenza-confronto di ieri sulle prime linee della “Piattaforma Europa” potesse uscire qualcosa di diverso da quanto già era stato detto: cioè dalle linee tecnico-progettuali dei progettisti e dalle valutazioni politiche dei politici, per di più alla immediata vigilia di elezioni regionali dove c’è il dichiarato assalto dei “Cinque stelle” (che comandano già a Livorno) alla presidenza della Regione Toscana, che sulla “Piattaforma Europa” s’è giocata la campagna elettorale nel livornese.
[hidepost]E che il sindaco di Livorno Nogarin abbia deciso di giocare fino in fondo le sue carte contro il governatore Rossi proprio sul porto di Livorno e sulla piattaforma Europa è stato chiaro. A chi gli ha chiesto, anche nei giorni precedenti al dibattito, il perché delle sue perplessità quando la Regione ha stanziato 200 milioni sul progetto per Livorno, Nogarin ha risposto testuale: “Sono due mesi che chiediamo al presidente Rossi dove sono questi soldi, ma non li abbiamo ancora visti. Ho idea che si sia trattato solo di uno slogan elettorale con soldi che non vediamo né vedremo mai”. Rossi a sua volta rimanda al mittente le accuse: “La Campagna elettorale la sta facendo il sindaco di Livorno – ha detto – negando l’evidenza degli atti della Regione”.
Riferiremo prossimamente, con più ponderazione, gli elementi significativi emersi dal dibattito di ieri, che è seguito alle enunciazioni dei tecnici. Una cosa sembra comunque evidente: se ha ragione Massimo Provinciali quando con saggezza tutta romanesca sottolinea che non c’è progetto che non sia migliorabile, ma anche che – nella sostanza – il meglio è nemico del bene (e allungare i tempi alla ricerca della perfezione può significare perdere il treno) saranno gli atti ufficiali a confermare se la Piattaforma Europa rimarrà un’Araba Fenice della aspirazioni portuali della Toscana: o se invece, partendo con una gara internazionale in tempi brevi, potrà segnare quella svolta storica che è stata possibile per Piombino malgrado i tanti scetticismi che l’hanno accompagnata.
La gara è la discriminante vera e unica tra le enunciazioni e le ironie, tra chi parla di una nuova “primavera portuale” per Livorno e chi giura che ci stiano rintronando di promesse campate in aria. Ieri si è ribadito – Gallanti è stato chiaro – che la gara partirà entro la fine di giugno: a elezioni concluse, avendo vinto il migliore (come si dice con ipocrita decubertismo) e finalmente potendo guardare con relativa serenità alla logica del sistema logistico.
Senza dimenticare tuttavia che nessun porto è un’isola (mi è consentito parafrasare John Donne, dal saggio del 1624 “ Nessun uomo è un’isola, ciascuno è un pezzo del continente …”) e che sarebbe sciocco non tener conto delle influenze che potranno venire ai progetti labronici dal piano nazionale di riforma della legge dei porti, dove sembra scontato un distretto costituito da Livorno, Piombino e Civitavecchia. E dove sarebbe logico che nella realizzazione di nuove infrastrutture si arrivasse a valutare le esigenze dell’intero distretto e non di ogni sua singolo sorgitore; valutare non per distruggere o farsi la guerra, ma per integrare e migliorare le strutture e l’offerta collettiva.
Antonio Fulvi
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