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Madia? Un golpe

ROMA – “Un blitz in piena regola, che contrasta con ben due articoli della costituzione, il 76 e il 117”. Durissimo il giudizio di Ancip, Angopi, Fedepiloti e Unionepiloti sull’emendamento presentato il 25 giugno al ddl Madia, a firma del relatore in I Commissione Affari costituzionali, Ernesto Carbone; in pratica quello che introduce alcuni dei punti della riforma e sul quale il governo ha glissato nella sua nota ufficiale.
[hidepost]“E’ di una gravità inaudita – dice il commento – che mentre si dice di volere discutere di riforma della portualità e del Piano della logistica elaborato dal ministro Delrio, nelle deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, siano state presentate cinque righe, tanto generiche quanto insidiose, che – nel nome di una presunta riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della disciplina concernente le autorità portuali – di fatto mirano a cancellare la legge 84 del 1994, a porre i porti sotto il controllo del potere centrale e a escludere la partecipazione e il coinvolgimento dei lavoratori, dei territori, e degli operatori marittimi dalle scelte che li riguardano in prima persona. Ma ad essere esautorato dal ddl Madia non è solo chi nei porti ci vive e lavora, bensì lo stesso Parlamento. La delega al governo infatti è data solo in presenza di principi e criteri direttivi e per oggetti definiti. Tutte cose che, invece, in questo caso mancano assolutamente. Come manca – ed è a dir poco singolare – un riferimento agli orientamenti e alle priorità delle rete transeuropea dei trasporti. Il relatore peraltro sembra ignorare che quello della riforma della 84/94 è argomento già in discussione al Senato da diverso tempo, e praticamente in dirittura d’arrivo, e i regolamenti parlamentari vietano di introdurre in una Camera una materia analoga a quella già in discussione nell’altro ramo del Parlamento. Per non parlare del fatto che per quel che riguarda le autorità portuali siamo in presenza di legislazione concorrente e su cui la potestà legislativa spetta alle Regioni”. Ancip, Angopi, Fedepiloti e Unionepiloti si rivolgono ai parlamentari “affinché l’emendamento presentato dal relatore venga ritirato. Il governo, che lo ha ispirato, faccia un passo indietro. Si avvii finalmente e davvero un dibattito sereno sul futuro della portualità. Perché semplificare si può, razionalizzare è giusto. Purché lo si faccia in maniera trasparente, tutelando gli effettivi interessi del sistema Paese”.

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Pubblicato il
11 Luglio 2015

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