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Maersk continua con il gigantismo e ordina altre 11 super Triple-E

L’annuncio al battesimo della penultima unità della prima serie, la “Marchen Maersk” da 18 mila teu – Gli interrogativi sui tempi di adeguamento degli scali italiani

Melanie Collins

GENOVA – I porti italiani discutono su chi dovrà guidare i distretti logistici di prossimo arrivo con la riforma; la vice di Renzi e governatore del Veneto Debora Serracchiani inaugura la festa dell’Unità a Livorno – due giorni fa – promettendo un rilancio della logistica portuale; ma sulle strutture da adeguare alle nuove dimensioni delle fullcontainers tutti fanno più o meno melina nell’immediato, rimandando a progetti (vedi la Piattaforma Europa di Livorno e il mega-porto dei containers a Civitavecchia) che matureranno tra anni. E intanto le compagnie di navigazione più dinamiche non rallentano la corsa ai giganti dei mari. E’ il caso di Maersk, ancora oggi la prima compagnia al mondo, che nei giorni scorsi ha battezzato a Felixstowe la sua diciannovesima Triple-E da oltre 18 mila teu, la “Marchen Maersk”. Si tratta della più moderna della lunga serie iniziata nel 2013, che è già stata destinata alla linea tra il Far East e l’Europa.
[hidepost]E naturalmente viste le dimensioni (oltre 400 metri di lunghezza, oltre 45 di larghezza e un pescaggio non dichiarato ma probabilmente superiore a 16 metri) la “Marchen Maersk” non potrà operare in alcuno dei porti italiani o quasi.
Per coloro che, specie a livello politico, sostengono ancora che le gigantesche full-containers non avranno futuro proprio perché i porti non possono né vogliono star dietro alla loro crescita dimensionale, Maersk sembra voler dare una risposta polemica. Nel corso del battesimo di “Marchen Maersk“, madrina Melanie Collins, è stato annunciato un secondo programma di super Triple-E da 11 navi: che saranno una generazione avanti, verranno consegnate tra il 2017 e il 2018 ed ovviamente copriranno tutte le rotte più remunerative. E i porti? Qualcuno forse dovrà spiegare se il Mediterraneo – salvo rari casi, tutti non italiani – tornerà ad essere un lago locale o poco più, tutto dedicato ai ro/ro (che in effetti crescono) ma tagliato fuori dai grandi flussi dei contenitori.
A.F.

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Pubblicato il
18 Luglio 2015

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