Capitanerie, l’impegno e la storia Angrisano: l’orgoglio di un Corpo
I centocinquanta anni di storia e la volontà di difendere l’autonomia e la crescita della Guardia Costiera – Il riconoscimento al sacrificio del personale sulla rotta dei migranti

Nella foto (di Novi): il comandante del corpo ammiraglio Angrisano tra il contrammiraglio Faraone e il capitano di vascello Di Marco.
LIVORNO – A chiusura di un giro di cambi della guardia nei comandi delle direzioni marittime, al pala-crociere di Livorno si è svolto il passaggio di consegne tra il contrammiraglio (Cp) Arturo Faraone, che va ad assumere il comando della direzione marittima della Campania e della Capitaneria di Napoli, e il suo successore, il capitano di vascello (Cp) Vincenzo Di Marco, proveniente dal comando della direzione marittima della Sardegna sud e della Capitaneria di Cagliari. A Cagliari è già subentrato al suo posto il capitano di vascello (Cp) Roberto Isidori, proveniente dal comando generale di Roma.
Alla solenne cerimonia di Livorno ha presenziato il comandante generale del corpo, ammiraglio ispettore capo (Cp) Felicio Angrisano.
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Roberto Isidori
Rigidamente militare, la cerimonia si è articolata, a fronte del picchetto d’onore e delle massime autorità (presenti anche quasi tutti i sindaci della costa con tanto di tripudio di fasce tricolori) sulle prolusioni dei due alti ufficiali Faraone e Di Marco, improntate sull’impegno del corpo delle Capitanerie, sul resoconto delle principali operazioni che li hanno coinvolti nei rispettivi comandi e sulle prospettive dei nuovi incarichi.
A sua volta l’ammiraglio Felicio Angrisano, chiudendo il cerimoniale, ha voluto ricordare il momento storico per il corpo delle Capitanerie, impegnato da un lato nell’eroica missione sul canale di Sicilia per il salvataggio di migliaia di vite umane nell’epopea davvero storica dei migranti dall’Africa, e dall’altro lato per mantenere l’autonomia operativa e la grande preparazione specifica dopo 150 anni di vita e di continua crescita qualitativa. Commosse le parole dell’alto ufficiale sull’opera dei militari delle Capitanerie impegnati nel canale di Sicilia ma anche nel quotidiano lavoro sulle coste italiane sia sul piano amministrativo che dei controlli sulla sicurezza delle navi, dei traffici marittimi e dei singoli cittadini. In chiaro riferimento sulla battaglia in corso in Parlamento, il comandante del corpo ha ribadito la necessità di difendere la sua autonomia e il suo sviluppo, a fronte di iniziative che potrebbero minarne l’efficienza.