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Pensieri oziosi di un ozioso dopo Bruxelles

BRUXELLES – Il vero nodo, alla base del grande progetto – o grande sogno? – della piattaforma Europa di Livorno, sembra essere emerso con chiarezza nell’incontro di martedì al Rond Point Shuman. Ovvero: la grande finanza internazionale, quella che si vede offrire la possibilità di realizzare (e gestire) il mega-porto containers di Livorno, si fida o non si fida delle promesse della politica: grande politica compresa?  Scriveva un  celebre umorista inglese dell’ottocento (Jerome J.Jerome) che a volte sono utili anche i pensieri oziosi di un ozioso. Ci provo.

[hidepost]E’ stata rilevata, nei vari resoconti del meeting, la presenza di molti importanti funzionari europei, altrettanto importanti vertici di organizzazioni “sindacali” (armatori, porti europei e non, terminalisti) e di una nutrita pattuglia di “spie”, ovvero di porti concorrenti o con velleità concorrenziali. Ma i veri destinatari dell’incontro, quelli che – detto alla livornese – dovrebbero presentarsi  “con i ‘vaini in bocca” sono rimasti defilati, come del resto era logico attendersi. E anche nei testa-a-testa tecnici, seguiti nel pomeriggio di martedì e nella mattinata di mercoledì con i tecnici dell’Authority Ghio e Vanni (assistiti da Ocean Shipping Consultants) risulterebbe che pochi avrebbero scoperto davvero le carte.

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L’interesse per la piattaforma Europa è concreto e palese, il porto di Livorno ha la dignità (e specialmente le caratteristiche geografiche) per diventare una delle punte di lancia delle direttrici europee DG Move, il pacchetto di finanziamenti pubblici calato sul piatto da Regione Toscana, Authority e Stato sembra convincente. Ma ci vuole di più per convincere scafatissimi esperti mondiali a impegnarsi in Italia, specie in tempi come questi. In sostanza: il vero lavoro, formalmente parlando, comincia adesso. Ci vogliono anche e specialmente le garanzie che la gara sarà veloce, e specialmente che saranno veloci, velocissime, le procedure burocratiche di approvazione dei vari passaggi indispensabili perché un progetto approvato diventi realtà. Chi è abituato a far nascere un porto dal deserto in meno di due anni (Tanger Sud, un esempio) non si espone su progetti multimilionari come la piattaforma Europa se non ha la garanzia di andare di corsa: specie nel mondo di oggi dove tutto è accelerato, tutto è in divenire, tutto va bruciato in tempi rapidi. Il governatore Rossi e i suoi – da Bonadio in giù – ci hanno messo la faccia e i soldi, l’hanno ribadito. Ma a Gianluigi Aponte e alla sua mega-organizzazione MSC (faccio un esempio a caso…) della faccia di Rossi e di Bonadio può interessare fino a un certo punto: a quei livelli si ragiona con i player mondiali, con impegni, rischi ma anche garanzie mondiali. Pure se il governatore Rossi fosse andato (faccio un altro esempio a caso…) direttamente a casa di Aponte a Ginevra per garantire, promettere, impegnarsi, ci vorrebbe comunque che tutto andasse veloce e in piena collaborazione tra istituzioni, da quelle locali a quelle nazionali. Con la maledetta burocrazia italiana, in primis, da mettere alla frusta. Fate presto, ha detto Helmut Morsi a chiusura del meeting di Bruxelles. E non è una novità che, come dice un antico proverbio, l’uccello del mattino becca il verme più grasso.

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Ci sono, queste premesse, per far presto e spingere tutti nella stessa direzione? La polemichetta tutta provinciale – anzi, di “pollaio”- che ha innescato il sindaco di Livorno Nogarin per non essere stato invitato a Bruxelles, non dovrebbe lasciar traccia a quei livelli. Ce lo auguriamo: Nogarin ha il suo carattere, ma da sindaco deve pensare – e ci auguriamo che lo faccia – all’interesse della città e della sua economia. Bisogna unire le forze locali perché ben altri saranno gli ostacoli. Non diamo spazio nemmeno alle beghette di chi ha cominciato a dire, verso il Calambrone, che la piattaforma Europa darebbe noia alle spiagge di Tirrenia. Ci sarà da aspettarsi la levata di scudi di qualche bello spirito che parlerà di mega-porto nel parco dell’Arcipelago Toscano e di altre menate. Si dice che la mamma degli imbecilli sia sempre incinta. Ma per favore, pensiamo ai nostri figli e ai nostri nipoti, che non siano costretti come oggi ad emigrare. Livorno ha la sua grande occasione: difficile sfida, tutta da giocare e da contrattare. Ma almeno, facciamolo tutti insieme. A Livorno c’è chi sta scaldando i motori, è pronto a fare la propria parte e a investire, rischiare, correre. Sarà dura, ma si può fare. Coraggio.

Antonio Fulvi [/hidepost]

Pubblicato il
19 Settembre 2015

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