A Trieste il Propeller su Accademia Nautica
TRIESTE – Sono pronti a prendere il via a Trieste, dopo la firma dal notaio per l’istituzione della Fondazione alla quale farà capo, i corsi dell’Accademia Nautica dell’Adriatico, un biennio di studi post diploma destinati ai futuri Ufficiali della nostra Marina Mercantile.
[hidepost]Se n’è parlato al Propeller Club di Trieste nell’ambito di una serata che ha evidenziato come la città stia riprendendo la consapevolezza che proprio il mare costituirà nel futuro la principale risorsa per crescere.
L’Istituto tecnico superiore del Mare formerà una prima tranche di 20 allievi, dopo un lungo percorso per la sua costituzione che ha visto protagonisti i maggiori gruppi imprenditoriali sul territorio legati allo shipping, uniti a istituzioni ed enti pubblici.
“La scelta di Trieste è stata motivata dalla forte richiesta e dal fatto che ce ne sono pochi in Italia. Speriamo – ha detto la preside dell’Istituto Nautico di Trieste, Donatella Bigotti di diventare un punto di riferimento per questo genere di percorso. Fra qualche mese partiranno i corsi per allievi di Coperta e di Macchina, poi contiamo di poter affiancare altri indirizzi”.
“Trieste per anni non è stata una città di mare, ma sul mare. Serve consapevolezza in questo senso – ha aggiunto Bruno Zvech, vicepreside dell’Istituto e una delle anime dell’Accademia -. Questa iniziativa evoca una capacità di avere una vision, peraltro in una città litigiosa dove sono stati messi assieme i soggetti più disparati”.
Presente al tavolo dei relatori anche il sindaco di Trieste, Roberto Cosolini, che ha evidenziato come L’Istituto Nautico “Tommaso di Savoia Duca di Genova” (nato come Accademia nel 1754) sia “… una scuola con una lunghissima storia e con momenti bui che rappresentano i momenti negativi della città, quando non è stata capace di legarsi alla sua risorsa: il mare”.
Sugli aspetti legati al mondo del lavoro nella marineria ha attirato l’attenzione Mario Sommariva, segretario generale dell’Autorità Portuale di Trieste, sottolineando il boom di iscrizioni al “Nautico”, ma anche le notevoli difficoltà burocratiche che l’Authority ha dovuto affrontare per far parte della compagine che ha dato vita all’Accademia. “Il mercato del lavoro marittimo è difficile anche perché particolarmente influenzato dall’internazionalizzazione – ha spiegato Sommariva – e l’Accademia è uno strumento fondamentale per l’accesso al lavoro. In questo mercato si vince solo con la qualità, che la marineria italiana e triestina in particolare ha sempre garantito”.
Tra i membri della Fondazione anche la Camera di Commercio di Trieste, rappresentata dal presidente, Antonio Paoletti. “Genova in questi anni ha formato centinaia di professionisti del mare – ha detto Paoletti in riferimento all’analoga struttura ligure – ma già ora a Trieste tanti ragazzi arrivano grazie alla nostra una lunga tradizione. I nostri ragazzi, inoltre, potranno evitare di andare fuori Trieste per studiare”.
Il rapporto di Trieste col mare è stato tirato in ballo anche dalle parole di Sergio Razeto, presidente di Confindustria Venezia Giulia: “Nell’ultimo anno una serie di eventi sta cambiando meccanismo per il quale Trieste non aveva un grande collegamento con il mare, anche per questo mi auguro che altre imprese possano venire da noi, vicino al mare”.
Tra gli interventi della serata anche quello del Capitano di fregata della Capitaneria di Porto di Trieste, Paolo Masella, per evidenziare come l’Accademia sia “… un’importante offerta a tutto il cluster marittimo, per un servizio sempre più efficace. Significa invogliare i ragazzi a lavorare in questo ambiente”.
L’ultimo spazio dei relatori è stato riservato a Mario Carobolante, presidente del Collegio Capitani di Trieste. A lui è toccato il compito di sottolineare la complessità e la varietà del ruolo degli ufficiali e dei comandanti in particolare. Dallo stress da lavoro alla sicurezze delle navi, dalle criticità della pirateria ai problemi dei migrati, dalla carenza di equipaggi in ambito Ue al futuro della preparazione professionale.
“Da quanto abbiamo potuto ascoltare stasera – ha concluso il vicepresidente del Propellers Club di Trieste, Alberto Pasino – è il tratto umano che caratterizza ancora oggi l’andar per mare, e con l’iniziativa oggi illustrata si va ad incidere sulla capacità di competizione nel mondo internazionale”.
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