Servono meno Authority e più interconnessioni
Dalla revisione del sistema portuale allo sviluppo dei collegamenti ferroviari tra porti, interporti e aeroporti – La priorità della logistica

Graziano Delrio
ROMA – La riforma dei porti va fatta, e sarà fatta presto, anche se c’è chi frena “perché qualcuno è innamorato della propria poltrona”. Linguaggio nuovo, quello che un solitamente felpato ministro Delrio ha utilizzato con questa battuta urticante al recente forum internazionale di Conftrasporto. Ma linguaggio che la dice lunga sulla volontà del governo di arrivare al dunque, scavalcando le resistenze degli “orticelli”. Perché secondo il ministro “la logistica è una delle inefficienze maggiori che questo governo ha trovato per il Paese” e occorre risolvere al più presto il problema delle connessioni tra centri logistici. “Siamo in una realtà – ha detto Delrio – in cui gli aeroporti non parlano con le ferrovie, le ferrovie non parlano con le strade, i porti e gli interporti non parlano con le ferrovie e con le strade”.
[hidepost]Un quadro forse esasperato, ma che la dice lunga sull’analisi che il governo ha alla base per la riforma. Punto di partenza; i collegamenti ferroviari con porti ed aeroporti e anche tra porti ed aeroporti, perché un sistema logistico moderno non può prescindere dalla velocità. Con un cammeo non da poco: il governo sta lavorando per arrivare alla quotazione delle Ferrovie dello Stato. E stai a vedere che in questo progetto non possa rientrare anche quel rilancio del cargo ferroviario che oggi è tra i buchi neri della logistica italiana? Possibile che – ha ricordato qualcuno al ministro – ancora oggi sulle ferrovie di valico della dorsale tra Roma, Firenze e Bologna non possano transitare treni con sopra i tir, che risolverebbero molti problemi non solo di velocità ma anche di inquinamento?
Ultima annotazione del ministro, gli accorpamenti tra gli scali. “Sono un tema essenziale per la competitività” ha detto Delrio “nel rispetto dei territori e delle loro peculiarità”. Insomma, parole condivisibili e programmi altrettanto validi. C’è solo, ad oggi, la solita incognita: quella dei tempi per trasferire i programmi in decreti.
E sui tempi cercano di giocare quei presidenti che, come ha detto Delrio vogliono mantenere “gli orticelli”, ovvero evitare gli accorpamenti. Il ministro non l’ha mandata a dire su Savona, dove il presidente Miazza sembra volersi mettere di traverso alla riforma con le istituzioni locali. Ed ha avuto parole sarcastiche anche sui presidenti di Autorità portuali che “vanno a discutere a Bruxelles come se fossero repubbliche indipendenti”. Insomma, sembra che la misura sia colma. Con una promessa del ministro: entro dicembre sarà varato il decreto sulla governance, che seguirà a ruota quello già pronto (ne abbiamo scritto di recente con il sottosegretario all’ambiente Silvia Velo) sui dragaggi.
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