Tosi (Saga Welco) le proposte per crescere ancora

Mauro Tosi
LIVORNO – Il rientro dalla fiera dei forestali di Brema consente un punto aggiornato che abbiamo chiesto a Mauro Tosi, dinamico operations manager di Saga Welco Italia.
Quali sono a suo parere i punti di forza e quelli di debolezza di Livorno per i forestali?
I punti di forza e di debolezza del nostro porto, emersi anche durante il recente workshop organizzato dall’Autorità portuale, hanno trovato comune riflessione tra i vari relatori presenti. In sintesi i punti di forza per i forestali, e non solo, sono: la posizione strategica del porto di Livorno che è al centro del Mediterraneo e dell’Italia e la vicinanza alle principali cartiere della lucchesia, la buona infrastruttura di strade, l’autostrada che collega Livorno a tutte le destinazioni sia del nord che del sud Italia e la possibilità di incrementare il trasbordo per tutte le destinazioni dei porti del nord Africa, Grecia e Turchia.
[hidepost]Mentre potremmo dire che tra i punti di debolezza, come già ampiamente commentato da molti miei colleghi, principalmente c’è il pescaggio a 12 metri, non sufficiente alle navi breakbulk. La Saga Welco, ad esempio, ha una flotta di 52 navi che, al massimo carico, hanno un pescaggio di 13.3 metri, questo ci costringe a chiamare il porto di Tarragona che ha un pescaggio maggiore, di 15 metri. Altra debolezza è rappresentata dalla mancanza di magazzini coperti a ciglio banchina (come all’Alto fondale) sebbene sia già previsto nel POT 2013-2015 la costruzione di un magazzino gemello all’MK; sarebbe quindi utile integrare con un magazzino sulla banchina Molo Italia da usare come “polmone” per stoccare velocemente le navi che chiamassero la banchina lato sud e lato nord (già dragata a meno 12) per poi provvedere al trasferimento della merce ad avvenuta partenza nave, questo per economizzare i costi; come registrato dal POT vi è una mancanza di infrastrutture, dedicate alla viabilità operativa all’interno del porto atte a snellire e velocizzare lo sbarco delle navi con trasferimento immediato tramite mafi trailer della cellulosa e anche per evitare che circolino sulle stesse strade mezzi di lavoro come mafi, forklift, camion insieme a taxi o pullman destinati ai croceristi; occorre inoltre il rafforzamento ed il ripristino della connessione ferroviaria che permetta il trasferimento e la riconsegna della cellulosa via treno così come occorre evitare la congestione delle banchine destinate a navi con prodotti forestali consentendo loro di avere più ormeggi disponibili con massimo pescaggio; ed è infine necessario poter usare i due varchi doganali disponibili anzichè concentrare tutto il traffico in entrata e uscita al Varco Valessini, compreso il traffico dell’indotto per navi passeggeri.
E’ d’accordo sulla proposta (Bonistalli) di cercare merci in partenza per riempire le navi dei forestali che ripartono vuote dopo lo sbarco? E la cosa è realistica?
La proposta di Bonistalli mi trova assolutamente d’accordo ed è infatti nostro interesse acquisire merce adatta alle nostre navi breakbulk. Le condizioni però sono quelle di avere grossi quantitativi, perché non possiamo permetterci di fare “groupage” e solo per i nostri porti itineranti in Brasile al fine di ottimizzare il viaggio di ritorno (ballast in condizione vuota) perché penalizzeremmo il tempo di transito. Abbiamo bisogno di avere le nostre navi riposizionate per l’imbarco ogni due giorni e mezzo nei porti brasiliani.
Ritiene che l’interporto-retroporto Vespucci possa essere una soluzione a breve per i forestali?
Potrebbe essere una soluzione a condizione che non si aggravino i costi per i ricevitori finali ed evitando troppi passaggi della merce. Il problema dei costi è già un punto dolente sia nella fase dell’approdo che nella fase di trasporto e non possiamo peggiorare ancora la situazione; ricordiamoci che attualmente in alcuni casi è conveniente sbarcare nei porti del Nord Europa e trasportare la cellulosa alle cartiere italiane via treno.
A.F.
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