Con il Port Center nella Fortezza Vecchia Livorno nel club delle “ambasciate portuali”
Un luogo per la valorizzazione della cultura marittima e portuale a disposizione di cittadini e turisti – Tavola rotonda sulle relazioni tra porti e città e lo studio di Verhoeven (ECSA) sulle riforme dei sistemi portuali europei, commentato da Nereo Marcucci (Confetra) e Francesco Messineo (Marina di Carrara)

Il taglio del nastro.
LIVORNO – Con il Port Center inaugurato martedì nella Palazzina del Capitano, cuore dello storico e splendido sito della Fortezza Vecchia, lo scalo labronico e la sua Port Authority sono entrati alla grande nel selezionato club dei porti che hanno strutture del genere, con funzioni di “ambasciatori verso la città”.
Definizione azzeccata di Gabriele Gargiulo, il funzionario che per l’Authority livornese ha curato l’intero iter del Port Center. In Europa sono meno di una dozzina, in Italia Livorno viene dopo la sola Genova.
[hidepost]E la sua apertura precede di soli pochi giorni, come in una specie di gran finale con fuochi d’artificio, la scadenza del mandato di presidente di Giuliano Gallanti. Se i simboli contano, anche questo va messo nel bilancio. Il sito aperto al pubblico offre una sala espositiva di 134 mq nella quale ha trovato spazio un moderno e iper tecnologico centro didattico dedicato al porto labronico, alla sua storia, ai suoi mestieri e ai suoi traffici. Protagonisti dell’inaugurazione Giuliano Gallanti,commissario ed ex presidente della Port Authority livornese, il segretario generale di Assoporti Paolo Ferrandino, il sindaco di Livorno Filippo Nogarin, il segretario generale dell’European Community Shipowner Association (ECSA), Patrick Verhoeven e i rappresentanti dei porti di Anversa, Rotterdam e Dublino con Philippe Matthis, presidente dell’Aivp, l’associazione internazionale Villes et Ports che raggruppa più di 200 soggetti tra Autorità Portuali, camere di commercio e altre istituzioni e che dalla sede di Le Havre opera da più di 25 anni per mettere in contatto i porti con le città. Una bella rappresentanza di un bel club che non è solo cultura, ma anche “fabbrica” di linee di indirizzo che i governi ascoltano (o dovrebbero ascoltare) nell’elaborare le proprie strategie sulla logistica marittima. Tra i relatori della tavola rotonda che ha preceduto l’inaugurazione Eamonn O’Reilly, ceo del porto di Dublino, Philippe Demoulin direttore del Port Center di Anversa, Tra i saluti quello del sindaco di Livorno e presidente dell’associazione italiana delle città portuali Filippo Nogarin, che si è detto impegnato a lavoprare “a braccetto” con l’Autorità portuale per il bene del territorio in un dialogo “costante e produttivo”.
Gallanti ha ricordato, nella tavola rotonda che ha preceduto l’inaugurazione, che sono voluti circa tre anni per arrivare al taglio del nastro. Il Center labronico sarà pienamente operativo a partire dall’inizio del prossimo anno. In Autorità Portuale è stato appositamente creato un gruppo interdipartimentale che ha lavorato alla realizzazione del centro didattico e che si preoccuperà, d’ora in avanti, di tenerlo aperto: maggioranza signore (bisogna riconoscerlo: belle signore, anche l’occhio vuole la sua parte…) che hanno dimostrato anche passione per l’incarico, oltre a grande competenza. Nel weekend del 18-20 dicembre è prevista la prima apertura straordinaria.

Render del Port Center con multi visione.
«Livorno – ha detto Paolo Ferrandino di Assoporti – non arriva primo in questa esperienza, ma ha fatto in modo che il suo centro espositivo sorgesse all’interno di una delle vestigia storiche della città, uno strumento importante che l’Autorità Portuale lascia a disposizione della città e dei suoi cittadini». «I port center sono fondamentali per rendere un porto veramente intellegibile e per promuovere scambi di opinioni e di esperienze – ha detto il presidente dell’AIVP, Philippe Matthis – siamo contenti che Livorno possa oggi entrare a pieno titolo a far parte del network internazionale dei port center». A margine dell’inaugurazione poi, il breve dibattito-presentazione del libro di Verhoeven sul confronto tra le varie soluzioni adottate in Europa per le riforme portuali, dal significativo titolo “Economic Assessment of Management Reform in European Seaports”, il tutto commentato dal presidente di Confetra Nereo Paolo Marcucci e dal presidente dell’autorità portuale di Marina di Carrara Francesco Messineo. A introdurre e concludere, il presidente dei Propeller club italiani Umberto Masucci.
Torniamo al Port Center: tra le chicche tecnologiche un multiproiettore montato sul soffitto della sala che farà piovere sugli ignari visitatori, in un rapidissimo excursus, i momenti salienti della storia del porto, ognuno simboleggiato da elementi iconici che poi ricorreranno nell’allestimento. Il porto delle origini; il porto dei Medici; l’Unità di Italia; il porto tra le due guerre; il porto dopo la seconda guerra mondiale, verranno raccontati anche attraverso un panel posto su uno dei lati della stanza, con il quale si potrà interagire mediante le gesture tipiche dei nuovi ambienti di interazione naturale, come lo sfogliamento (swipe) o lo zoom, attivabili muovendo il braccio o la mano.
Al centro della sala il visitatore avrà poi a disposizione una “live map” del porto che visualizzerà il traffico dei natanti. Su questa mappa virtuale sarà possibile consultare i dati aggiornati relativi alle singole navi, alla loro relativa rotta e velocità. L’interazione avverrà tramite l’uso di un puntatore, una penna ottica, che permetterà all’utente di interagire con la mappa interattiva. Selezionando l’icona associata ad una imbarcazione, si potrà accedere ai dettagli. Appositi sistemi consentiranno di seguire il processo delle merci, con le diverse tipologie, il ciclo dei containers, i controlli (dogana, polizia, ispettorati della sanità) fino al comparto crociere.
Adesso si tratta di verificare – ha concluso Gargiulo – quanto questo sforzo sarà apprezzato dalla città e quanto i livornesi saranno interessati a conoscere dal vivo le attività del porto. Si comincerà con le scuole. Ma il Port Center è uno strumento “vivo” che deve crescere proprio con i cittadini, la loro presenza e le loro richieste.
[/hidepost]