Ma una scossa elettrica ora ci vorrebbe anche a Roma…
LIVORNO – A seguire o quasi dalla cerimonia alla calata Sgarallino, c’è stato due giorni fa anche il comitato portuale, ultimo del primo commissariamento della Port Authority con Giuliano Gallanti. Che come noto, scade oggi, senza che a ieri si sapesse da Roma se – come viene dato per scontato – avrà o no un secondo mandato.
[hidepost]A parte il (discutibile) metodo in questione, il comitato è stato importante per due motivi: ha varato il bilancio preventivo 2016 dell’Authority ed ha presentato l’elenco delle opere da realizzare secondo l’aggiornamento del POT, ovvero del piano operativo triennale. Un lungo elenco, che comporta investimenti intorno ai 50 milioni di euro e che tiene anche conto, sia pure in modo ancora sfumato, della prevista unificazione di Livorno e Piombino sotto la stessa Autorità portuale.
Torneremo sulle opere del POT prossimamente. In comitato invece uno dei temi più importanti ha finito per essere svolto a latere: ovvero la gara per la piattaforma Europa, che sta oggettivamente ritardando. E perché ritarda? Secondo Gallanti – che ce l’ha confermato anche in una chiacchierata informale – perché da Roma non si riesce ad ottenere in tempi veloci quello schema-tipo da parte dell’Autorità anti-corruzione sulla base del quale dovrà essere realizzata la gara per poter avere poi un veloce nulla osta dalla stessa Autorità garante. E non si riesce ad avere dal CIPE un atto formale che confermi i 50 milioni dello Stato per il finanziamento pubblico della Piattaforma.
Burocrazia romana lenta, indubbio affollamento di problemi sul garante Raffaele Cantone – che ha dozzine di patate bollenti a partire da “Roma Capitale”- forse anche complessità dello schema tipo per non rischiare con la gara livornese. Ma il tempo è denaro, specie su questa esigenza primaria. Che fosse utile un elettroshock da calata Sgarallino?
A.F.
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