Ferrovie in porto entro l’anno
I lavori si concluderanno in anticipo e secondo RFI lo scalo labronico diventerà tra i più competitivi d’Italia – Il dettaglio del progetto
LIVORNO – E’ una delle poche opere che sta camminando veloce, addirittura in anticipo sui tempi ufficiali. Incredibile ma vero: il collegamento ferroviario tra la Darsena Toscana e la rete RFI – opera vagheggiata da decenni – sarà pronto entro la fine di dicembre, un mese o poco più. E potrebbe essere una vera rivoluzione, perché i treni cargo potranno arrivare in banchina, sia sulla sponda Est (terminal Lorenzini) sia su quella Ovest (terminal Darsena Toscana). Insieme ai binari è in avanzata fase di realizzazione la nuova stazione ferroviaria a pochi metri dalle banchine.
[hidepost]L’investimento, circa 46 milioni di euro, è così ripartito: circa 13 a spese di RFI e 33 a spese della Regione Toscana che si avvale di un contributo di 13 milioni della Ue. E’ un altro dei successi, a lungo perseguito, dall’Autorità portuale di Gallanti e Provinciali.
Il progetto comporta 11 binari elettrificati, 3 dei quali per arrivi e partenze e gli altri per la sosta e le operazioni di carico e scarico dei containers. Un collegamento tutto nuovo allaccia il complesso dei binari di calata alla rete tirrenica, verso nord. Tra Calambrone e porto nuovo viene anche raddoppiata la linea. Secondo RFI, grazie alla nuova stazione e ai binari in fase di completamento il traffico merci su ferro passerà nel 2020 dagli attuali 135.000 treni/km ai 200.000 treni/km, con un incremento della produttività del porto e una “attrazione” dei traffici containers che vengono valutati tra i migliori nel quadro della portualità italiana. Maurizio Gentile, amministratore delegato di RFI, intervistato da Il Sole-24 Ore è andato oltre. “In questa nuova visione del sistema ferroviario italiano – ha detto – Livorno diventa un’eccellenza e svilupperà maggiore competitività rispetto ad altri importanti scali nazionali”.
Oggi l’utilizzo dei treni per i trasporti terrestri da e per il porto di Livorno non supera il 15% del totale. Obiettivo è arrivare a dieci volte i volumi d’oggi.
Il modello Livorno, secondo RFI, verrà applicato poi anche a Taranto, Trieste e Brindisi.
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