Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Vinitaly in Russia con l’ICE

MOSCA – Più di ottocento etichette tutte italiane in rappresentanza di singoli produttori di vino, delle collettive delle Camere di Commercio di Udine e Gorizia-Friuli Venezia Giulia, di IW&SP – Italian Wine & Style Promotion e della Regione Veneto e una attenta selezione tra i più autorevoli importatori del settore vitivinicolo – in tutto circa duemila visitatori – alla 12ª edizione di Vinitaly Russia, presso l’esclusivo Swissôtel Krasnye Holmy di Mosca.
[hidepost]Per l’occasione, Vinitaly International ha rinnovato il suo impegno in materia di educazione e formazione all’estero, attraverso l’organizzazione di una vasta gamma di iniziative volte a promuovere il vino italiano in un mercato così difficile, ma al contempo promettente, come quello russo.
La situazione in Russia è infatti complessa e mutevole: pesano la svalutazione del rublo con la perdita del potere d’acquisto della classe media, la crisi in Ucraina e il relativo embargo russo contro le sanzioni USA e UE, motivi per i quali non è facile per le aziende, che intendono investire sul territorio, fare previsioni a breve raggio. «Nei primi sette mesi del 2015 (gennaio-luglio) il valore dei vini italiani importati dalla Russia (pari a 57 milioni di euro) è calato del 26,8% rispetto allo stesso periodo del 2014. Nonostante il contesto negativo generalizzato, l’Italia si conferma anche per quest’anno il primo esportatore di prodotti vitivinicoli in Russia. Una dato che ci conforta, ma che deve soprattutto stimolare a fare meglio, sfruttando le defezioni dei concorrenti stranieri, occupando le loro quote e impegnandoci, come intende fare ICE in collaborazione con Vinitaly, in un’attenta e specializzata educazione del consumatore verso il prodotto vitivinicolo italiano» commenta così Paolo Celeste, presente all’evento in qualità di direttore ICE di Mosca.
«È una nota positiva che l’Italia abbia confermato la sua posizione di primo esportatore di vino nella Federazione Russa. Il vino è un’eccellenza della cultura italiana ed è quindi molto importante che il pubblico russo lo conosca e lo apprezzi sempre di più. Restare in vetta non è facile: dobbiamo fare ogni sforzo non solo per mantenere la posizione, ma anche per espanderla, ad esempio portando i nostri prodotti nelle Regioni russe» sottolinea Cesare Maria Ragaglini Ambasciatore d’Italia a Mosca.
«Il mercato attraversa una fase di transizione: un potenziale investimento sulla Russia deve essere valutato in un’ottica di medio-lungo termine, avviando cioè un percorso che potrà rivelarsi particolarmente premiante quando la fase di congiuntura negativa sarà superata. Con iniziative btob di formazione e tasting come quella organizzata oggi da Vinitaly International a Mosca, Veronafiere intende confermarsi un valido alleato per le imprese del comparto vitivinicolo, sia dal punto di vista commerciale che promozionale» afferma il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani.

[/hidepost]

Pubblicato il
21 Novembre 2015

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio