Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

L’Interporto Vespucci tra retroporto e maxi-debito

LIVORNO – Doveva cambiare molto o tutto per non cambiare (quasi) niente all’interporto Vespucci di Guasticce. L’assemblea straordinaria invece, che sembrava si dovesse impegnare a una revisione sostanziale anche dei vertici a cominciare dal presidente, alla fine si è limitata a ridurre il consiglio direttivo da 7 a 5 membri con le dimissioni di due componenti, confermando alla guida il presidente Rocco Guido Nastasi indicato dalla Regione Toscana che è il socio pubblico di maggioranza relativa, il vicepresidente Massimo Provinciali indicato dall’Autorità portuale e l’amministratore delegato Dino Fulceri.
[hidepost]Subito dopo l’assemblea si è riunito il consiglio di amministrazione. E si è parlato anche e specialmente della “mission”: che deve integrare, secondo quanto approvato dall’assemblea, le funzioni di retroporto (allargandole anche all’operatività terminalistica: cosa che a molti operatori del porto di Livorno non piace e che ha spinto la Camera di Commercio ad astenersi) a quelle di area industriale per insediamenti a valenza logistica.
Nell’assemblea non si è parlato della decisione della Camera di Commercio di Livorno di vendere le proprie quote (si terrà una quota dello 0,5% solo per diritto all’assemblea) ma la scelta è stata fatta dalla giunta camerale. L’Autorità portuale è interessata ad acquisire le quote camerali? Provinciali non si è pronunciato, ma dipende dalle strategie e specialmente dalle reali possibilità di diventare retroporto. Non si è parlato, se non nei corridoi, anche della richiesta del Comune di Livorno – che ha recentemente sottoscritto l’aumento di capitale – di avere un proprio rappresentante nel consiglio: in caso contrario – ha detto il Comune – “molla” anch’esso. Si vedrà. Il problema di fondo rimane la rinegoziazione del pesante scoperto con le banche: è in corso d’opera e si spera di poter spalmare il debito per altri 4 o 5 anni in modo da avviare anche e specialmente quel rilancio che avverrà con i collegamenti ferroviari, la zona franca e le vendite (auspicate) a insediamenti industriali pesanti.
A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
23 Dicembre 2015

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio