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Porto 2000 i quattro gruppi e la rissa

LIVORNO – Dunque, pare proprio che ci siamo: è partita la gara per la privatizzazione della Porto 2000, con la comunicazione ai quattro raggruppamenti che si sono dichiarati interessati.
[hidepost]Nessuno l’ha detto ufficialmente, ma ormai lo sanno tutti (o quasi) chi sarebbero. Primo gruppo: Venezia Terminal Passeggeri insieme a Cilp e a Schenone. Secondo gruppo: Royal Caribbean più Aloschi. Terzo gruppo: MSC più Moby più Ltm. Quarto gruppo: Grimaldi più Costa più Fremura.
Naturalmente, dietro ogni schieramento ci sono o ci potrebbero essere anche altri, perché i termini della gara di privatizzazione sono complessi. E prevedono clausole che favoriscono non tanto chi offre di più in money, ma chi presenta piani di sviluppo che garantiscano sia la crescita dei traffici delle crociere, sia specialmente il veloce sviluppo di quel “comparto” che dovrebbe ridisegnare secondo il piano regolatore tutta l’area tra l’Alto Fondale e la calata Orlando, bacino Cappellini compreso. Un grosso impegno, cui è legato anche il trasferimento del Tco.
E’ facile precedere che la gara sarà combattuta: e che non si concluderà in tempi brevissimi. E probabilmente, nemmeno brevi. Anche perché sono i gioco, a quanto è dato sapere, anche confronti-scontri che riguardano le due principali compagnie dei traghetti nella nostra area: da una parte il potente gruppo ormai globalizzato che fa capo al network Grimaldi, dall’altro il gruppo di Vincenzo Onorato & famiglia, che schiera sull’alto Tirreno sia Moby che Toremar e Tirrenia;e che ultimamente si è distinto per una rinnovata verve polemica, sia nei confronti di Confitarma che proprio contro Grimaldi.
E’ di pochi giorni fa l’attacco durissimo di Vincenzo Onorato sulle pagine dei quotidiani sardi contro l’annunciata nuova linea di Grimaldi sulla Livorno-Olbia (“Un’aggressione commerciale con dumping a Moby e a Tirrenia” ha scritto Onorato); con una altrettanto dura e sprezzante risposta della Grimaldi (“Nessun dumping, Onorato fa solo allarmismo con attacchi pretestuosi. Noi non abbiamo bisogno degli 82 milioni di contributi pubblici che ogni anno riceve Tirrenia perché abbiamo navi moderne che ci consentono importanti economie di scala”).
Guerra aperta dunque, che si riflette anche sulla gara per la Porto 2000: e che lascia intravedere, quando ci sarà la decisione, uno strascico di ricorsi e di ripicche. Comunque con la speranza – Spes Ultima Dea… – che prevalga il buon senso e l’interesse generale. E’ chiedere troppo?
Antonio Fulvi

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Pubblicato il
6 Gennaio 2016

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