Ro/ro, il nodo Livorno
L’Autorità portuale alle prese con i piani di razionalizzazione
LIVORNO – C’è voluta la più violenta libecciata degli ultimi mesi, con raffiche a 66 nodi (certificate dall’Avvisatore Marittimo alle 01,30 di lunedì scorso) per bloccare in banchina lo “Zeus Palace” nel suo viaggio inaugurale sulla Livorno-Olbia.
[hidepost]E insieme al grande ro/pax di Grimaldi il libeccio ha bloccato un’altra decina di navi, tra cui il “Moby Wonder”, il “Corsica Vittoria” e il “Liburna”. Ma il libeccio è un evento meteorologico, mentre il grosso problema dei ro/ro nel porto di Livorno sta diventando la carenza di spazi di banchina e di aree connesse per il movimento dei Tir e dei Trailer. Tanto per la precisione, l’esordio della linea di “Zeus Palace”, che si era guadagnata con la nota polemica in commissione consultiva l’accosto al terminal Seatrag in Darsena Toscana, ha avuto una fase concitata di spostamenti della nave, costretta ad aspettare il proprio turno per l’accosto in Seatrag (14 E) alla banchina 75 (di fianco al bacino di carenaggio), facendo anche ritardare il ro/ro “Europa Link” sempre del gruppo Grimaldi. Poi il libeccio ha bloccato tutti e buonanotte suonatori.
Se il libeccio è durato un giorno e una notte – come da norma – il problema dei ro/ro rimane e si sta facendo pesante. Con alcuni dettagli che suonano paradossali: come la competizione per il 14 E in Seatrag tra la Sintermar e il terminal TDT, in entrambi dei quali è socio il gruppo Neri. Il fatto è che la coperta è troppo corta ed alcuni errori di fondo delle strategie sul porto hanno accentuato il problema: come l’impossibilità di utilizzare l’ultimo modulo della sponda Est della darsena Toscana per i continui insabbiamenti da parte delle “porte vinciane” (e per la progettazione di uno “scalino” inadatto, oltre che per la destinazione ai rinfusi del TCO); come le annose lungaggini per recuperare la preziosa calata Bengasi; come l’incapacità ad oggi di creare un vero decentramento dei mezzi rotabili fuori dalle aree immediatamente retrostanti le banchine portuali, progetto che era partito all’area della presidenza Marcucci con l’acquisto di grandi aree in zona Collesalvetti (aree che hanno dato origine anche a una pesante vertenza giudiziaria, conclusasi almeno in sede penale con le assoluzioni degli inquisiti) rimaste del tutto inutilizzate; come infine la lentezza con la quale va avanti la creazione del comparto omogeneo dei ro/ro previsto fin dal precedente POT.
In sostanza, considerato che il porto di Livorno è il primo oggi per traffico dei ro/ro, e continua a ricevere proposte di nuove linee (Lucarelli è furibondo per non avere un attracco adatto alla nuova linea Tirrenia), qualcuno ha l’impressione che ci si sia troppo focalizzati sui contenitori e sui grandiosi progetti loro destinati, trascurando un settore che ha una valenza economica e d’immagine altrettanto importante. La lettera d’impegno che l’armamento Grimaldi – uno dei primi in Europa nel settore – ha inviato all’Autorità portuale con l’impegno a raddoppiare nel 2016 il numero delle navi e a portare a mezzo milione almeno il numero dei rotabili, è significativa delle potenzialità del porto: Ma il nemico, ancora una volta, è il tempo che passa senza decisioni decisive.
Antonio Fulvi
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