Molo Italia e il “niet” a Cotunav
LIVORNO – Il dilemma è solo formalmente semplice da risolvere: come è stato sancito dall’ultima commissione consultiva della Port Authority, il molo Italia è destinato ai forestali (e alle crociere) dal piano regolatore, dunque non ci possono andare navi di altra tipologia.
[hidepost]Era stato detto di no a Lucarelli che voleva appoggiarci la Tirrenia, è stato ribadito no all’agenzia marittima Austral che ha chiesto lo stesso per Cotunav. Le regole – hanno detto Giuliano Gallanti e Massimo Provinciali per l’Authority – vanno rispettate, altrimenti non servono.
E’ giusto. Però si potrebbe vedere la faccenda anche da un’altra angolazione. A che servono le regole sul porto? A farlo funzionare meglio, è ovvio. E quando un porto funziona meglio? Quando aumenta i traffici e trova soluzioni per un maggior numero di servizi, è altrettanto ovvio. Dunque, far rispettare le regole e tenere le banchine vuote – o non utilizzate al massimo delle loro potenzialità – con il rischio di far scappare linee di navigazione storiche non sembra la soluzione migliore.
E’ il caso di Cotunav, che ha sempre attraccato a Livorno, ma non può più farlo al terminal Ltm (dove andava fino a ieri) perché c’era solo una gru noleggiata da Lorenzini per il suo traffico contenitori; e non gli è permesso di farlo al molo Italia dove c’è la gru adatta, c’è anche il terminalista (Scotto) con le licenze per i contenitori e le altre merci della nave, però il piano regolatore non lo prevede.
Io credo nel buon senso, fino a prova contraria. E mentre l’agenzia di Cotunav ha deciso di tutelarsi con lo studio marittimista Canepa, prima di gettare la spugna e accettare le offerte di Marina di Carrara e di Piombino, mi auguro che a palazzo Rosciano si trovi una soluzione. Sappiamo da tempo che la coperta è corta. Ma non fino al punto di cacciare le navi e il lavoro, mi dicono un milione e mezzo di fatturato annuo che la Cotunav vale per il porto, Con questi lumi di luna, davvero è “niet”?
Antonio Fulvi
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