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Riforma al torchio dopo Livorno tocca a Ravenna

ROMA – A qualcuno, nel governo, fischieranno certo le orecchie da giorni in merito alla riforma portuale. Perché a partire dall’avvocato professor Maurizio Maresca, già presidente di Authority, noto marittimista e vicino al premier Matteo Renzi, i primi giudizi che stanno piovendo sul testo contenuto dalla lenzuolata del ministro Marianna Madia sono più critici che non laudativi. Con tanti distinguo, spesso diplomaticamente espressi. Ma la sostanza rimane quella.
[hidepost]Maresca ha parlato a Livorno lunedì, nel primo brain storm sul tema della riforma a livello nazionale. E in stretta sintesi, come abbiamo già scritto, il suo giudizio è stato – volendo essere collaborativo – che non di riforma si tratti ma di un “riordino” della materia, peraltro ancora da completare e correggere. Altri si sono dimostrati meno accomodanti; Marco Conforti, presidente di Assiterminal, il professore emerito Pier Paolo Puliafito, il sindacalista interno alle AP Gianluca Vianello (Uiltrasporti), Luigi Robba (Assiterminal), Paolo Ferrandino (Assoporti) e tra il pubblico l’autorevole mugugno dell’imprenditore genovese (ex presidente dell’Authority) Giorgio Bucchioni. La premessa di Giuliano Gallanti (il dibattito non voleva essere né un convegno né un forum, ma solo il primo appuntamento nazionale per capire e capirsi) è stata brillantemente interpretata da Massimo Provinciali, segretario generale dell’Authority: che si è formalmente tenuto sul neutrale, salvo stimolare con le domande più acute gli approfondimenti critici. E metterci anche lui la sua dose di interrogativi, alcuni dei quali pesanti come macigni: compresa l’asserzione provocatoria di “attendere serenamente d’essere un giorno o l’altro arrestato” perché anche l’attuale normativa lascia enormi buchi interpretativi che certo non aiutano a fare in tranquillità il suo lavoro.
L’incontro di Livorno, come ha ribadito Gallanti, è stato il primo. Ma già oggi, sabato 27, si replica a Ravenna, nel quadro dell’assemblea nazionale dei Propeller Club, con un convegno nella locale Camera di Commercio su “la governance dei porti”. Parleranno, oltre alle autorità istituzionali locali, il senatore Marco Filippi (Pd) – che a Livorno ha difeso “flebilmente” la riforma, rimettendo al parlamento i tanti e necessari correttivi – il senatore Bartolomeo Giachino (Forza Italia), Franco Mariani (vicepresidente vicario Assoporti), Marco Simonetti (vicepresidente Contship Italia), Roberto Rubboli (AD SAPIR) e Umberto Masucci (presidente nazionale Propeller).
Nella nota che accompagna l’invito al convegno, c’è il sincero sforzo di cogliere gli aspetti propositivi della riforma. Ovvero la riduzione delle Autorità portuali come numero, il loro coordinamento strategico a Roma, l’abolizione dei pletorici comitati portuali con il subentro degli snelli consigli d’amministrazione, il tavolo del partenariato mare al MIT, le “significative norme di semplificazione tra cui lo sportello unico doganale. Corretto il richiamo agli altri fronti sui quali si sta lavorando per rendere la riforma meno velleitaria: la semplificazione dei dragaggi, gli incentivi Marebonus e Ferrobonus, i collegamenti Fs “ultimo miglio”. Insomma, si può anche parlar bene della riforma? Vedremo che esce dal dibattito. E anche cosa uscirà dai tanti altri dibattiti che si preannunciano. Più i tempi si allungheranno, più franchi tiratori usciranno, è la regola. E spesso, nemmeno franchi…
Antonio Fulvi

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Pubblicato il
27 Febbraio 2016

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