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Il sogno dell’isola Ferdinanda

Il rendering di uno dei “bateau mouche” proposti da Econboard.

LIVORNO – Avere in mano un tesoro, turisticamente ma anche storicamente parlando, e non saperlo valorizzare. E’ la sintesi – come troppo spesso accade, molto amara – dei concetti emersi dall’incontro in Camera di Commercio indetto dal Propeller Club labronico sul circuito dei Fossi Medicei, colossale opera di difesa e fortificazione della città del settecento che oggi è “ridotta” a un parcheggio di barche, spesso origine anche di polemiche.
Ogni tentativo di farne un percorso turistico – ricordiamo quello sotto il sindaco Raugi da un’assessora che fu quasi aggredita fisicamente e mollò tutto – è stato da decenni abbandonato.
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Maria Gloria Giani

E invece – ha ricordato Maria Gloria Giani Pollastrini, battagliera presidente del Propeller Club di Livorno – se ci fosse una visione condivisa dell’itinerario, in diretto collegamento con una valorizzazione del porto mediceo come “marina” strutturato, i Fossi potrebbero diventare un punto di attrazione internazionale, da pubblicizzare anche con le crociere e da arricchire con il riuso dei fondaci, un po’ come accade nei canali di Amsterdam o sulla Senna di Parigi.
C’è stato, nella serata del Propeller, anche un breve filmato con la proposta di Econboard (John Scanu e Luca Rivieri) di speciali Bateau Mouche a propulsione elettrica e a sistema modulare – singoli scafi agganciabili l’uno all’altro per raddoppiarne la capacità di trasporto passeggeri in base alle esigenze – che potrebbero anche diventare complementari (se non alternativi) al sistema di trasporto pubblico urbano su gomma. Insomma: un sogno, per una città fossilizzata e immobile anche nelle idee? Gloria Giani ha detto giustamente che non ci sta, bisogna dare stimoli: e se non bastano stimoli, calci negli stinchi a chi deve intervenire.
Torneremo sull’incontro, che merita molti approfondimenti. Perché l’”isola Ferdinanda”, come l’ha chiamata l’ingegner Andrea Cecconi dello studio di ingegneria delle strutture che porta il suo nome, è una fantastica realtà “che vive in uno stato di quasi surreale ed imperdonabile abbandono”. Da parte sua Piero Mantellassi ha battuto sul leit motiv del porto turistico della Bellana per liberare i Fossi e restituirli alla città e al turismo: una Bellana che è diventata davvero una neverending story fatta di continue mezze promesse e nessun passo avanti concreto. Per l’Autorità portuale (Gallanti e Provinciali si sono espressi anche altre volte) due puntalizzazioni: i Fossi sono sotto la giurisdizione dell’AP ma è una forzatura, meglio sarebbe che fosse la città (il Comune) a gestirli, con l’impegno però di farne davvero un circuito valorizzato a livello di attrazione internazionale. Vincenzo Poerio, AD del cantiere Azimut Benetti, ha saputo ben gestire con amara ironia i recenti pronunciamenti del sindaco Nogarin contro il porto turistico al Mediceo, ricordando le possibilità e le opportunità che Livorno rischia di perdere. Il sindaco a sua volta aveva preannunciato un intervento di apertura, insieme a quello – appassionato ma anch’esso amareggiato – di Sergio Costalli presidente della Camera di Commercio. Nogarin aveva già detto tutto nei giorni precedenti. E il suo duro “niet” al marina mediceo non è fatto certo per aiutare il grande sogno sui Fossi.
A.F.

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Pubblicato il
2 Marzo 2016

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