Codice doganale e riforma UE con luci e ombre
ROMA – Il nuovo codice doganale comunitario UE entrerà in vigore dal 1º maggio prossimo, con un obiettivo che per molti risulta già piuttosto utopistico: concentrare su Bruxelles tutti i controlli delle merci in transito sulle frontiere comunitarie entro il 2020.
[hidepost]Come sempre a fronte delle rivoluzioni annunciate, c’è chi plaude, chi prudentemente si riserva di decidere sui fatti e chi teme la cancellazione di ruoli e di posti di lavoro. Dei giorni scorsi è la sollevazione da parte degli spedizionieri doganali patentati, secondo i quali in Italia si rischia di cancellare il loro ruolo, istituito con apposito albo dal 1960. nella nuova normativa europea la nomina del rappresentante doganale può essere molto più libera. E il timore dei circa duemila iscritti italiani all’albo è che le grandi organizzazioni abbiano tutto l’interesse a ricorrere ai servizi di professionisti stranieri molto più economici o crearsi addirittura dei propri uffici, ubicati in paesi dove la burocrazia è più veloce.
La soluzione? In attesa dei chiarimenti, si parla dell’opportunità di alzare i profili professionali degli addetti italiani, con una formazione ancora più spinta e con la capacità di inserirsi al meglio nel nuovo codice europeo, in stretto contatto con l’Agenzia delle dogane italiana e i suoi uffici periferici.
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