Vinitaly a Verona un’Italia da record
Export da oltre 5 miliardi e boom degli spumanti – Gli specialisti della logistica e le loro offerte – In testa gli Usa per i consumi
VERONA – E’ ormai stabilmente la più grande manifestazione fieristica dedicata al vino, che a sua volta è una delle voci dell’eccellenza italiana per l’export nel mondo.
[hidepost]Così Vinitaly, giunta alla 50ª edizione, che apre domani domenica nell’ente fiera di Verona e si chiude mercoledì, sull’onda di un crescente successo dei vini italiani su tutti i mercati. Parallelamente alla fiera, Verona ha messo in atto una vera e propria partecipazione corale della città con eventi dedicati e impegno generale per l’accoglienza dei visitatori.
Sul settore, del resto, si sono lanciati anche i più grandi buyers del web. Amazon.it ha aperto fin da lunedì scorso uno store dedicato con l’impegno di far pervenire ai clienti le loro ordinazioni entro 24/48 ore scegliendo tra i prodotti di 500 cantine italiane.
Premi speciali sono stati annunciati sia per il “bianco popolare” sia con i “Five Stars Wines”, con una giuria composta da 70 specialisti di tutte le principali nazioni partecipanti. Palletways, la società bolognese specializzata nel trasporto espresso dei pallet di vino, presenta in un proprio stand i propri prodotti e offre anche un caffè “nuovo” di Mokador. Sarà presentato anche uno scatolone gigante smontabile che dovrebbe favorire il trasporto e la spedizione. E naturalmente non mancheranno i grandi specialisti della logistica del vino come la Giorgio Gori, con le offerte più innovative per l’export e la distribuzione.
Qualche dato conferma l’importanza del mercato del vino per i consumi interni e per l’export.
Il 2015 è stato un anno da record per l’export del vino italiano che vale 5,39 miliardi di euro (+5,4% sul 2014), confermando pienamente le previsioni rilasciate dall’Osservatorio del Vino nei mesi scorsi. I vini spumanti sono i veri protagonisti di questo successo, con un valore di 985 milioni di euro (+17%) e un volume scambiato pari a circa 2,8 milioni di ettolitri (+15%). La voce che comprende il Prosecco guida questa domanda con un incremento del 30% a volume (oltre 1,8 milioni di ettolitri) e del 32% a valore (oltre 660 milioni di euro).
“Il dato complessivo che più colpisce – sottolinea il presidente dell’Osservatorio del vino Domenico Zonin – è il sempre maggior apprezzamento del nostro vino di qualità da parte del mercato internazionale, che evidenzia come la cultura del vino stia crescendo e, soprattutto, come il lavoro delle nostre aziende in termini di innovazione, sviluppo e ricerca sia ben percepito e stia finalmente portando gli sperati frutti, che auspichiamo ripaghino degli investimenti operati in tal senso durante questi anni”.
“Alla vigilia di Vinitaly i numeri mostrano un settore vitivinicolo in continua crescita sui mercati esteri, forte di qualità e tipicità territoriali di dop e igp – afferma Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere. Ora l’obiettivo indicato dal premier Renzi è traguardare 7,5 miliardi di euro di export entro il 2020. Bene, quindi, i 300 milioni di euro messi in campo dal Governo con il decreto OCM per la promozione del nostro vino all’estero, ma, alle aziende servono anche strumenti efficaci ed autorevoli come Vinitaly e il nuovo Osservatorio del Vino per sviluppare a livello internazionale il proprio business”.
Vini e mosti nel complesso fanno registrare ottime performances nelle esportazioni 2015. In primis, gli Stati Uniti confermano la fiducia verso il nostro vino, con un incremento in valore del 14% per un corrispettivo che sfiora 1,3 miliardi di euro, e oltre il 7% anche in volume (3,2 milioni di ettolitri). Per il Regno Unito l’export vale 750 milioni di euro (+13,3%) mentre la Germania fa registrare un -6,7% in volume e un -1,5% in valore. Buone notizie anche dall’estremo oriente dove sia in Giappone sia in Cina il vino italiano cresce in valore rispettivamente del 3,4% e del 18%. Per quanto riguarda l’export dei vini spumanti, la domanda è guidata dal Regno Unito con incrementi di 46% in volume e 51% in valore (oltre 270 milioni di euro), ma anche per gli Stati Uniti sono da sottolineare il +25% a volume e il +28% a valore, per corrispettivi di oltre 190 milioni di euro. Bene anche i Paesi Scandinavi con incrementi a due cifre per le bollicine italiane sia in Svezia sia in Norvegia.
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