Conforti (Assiterminal) sulla Riforma comandino i mercati

Marco Conforti
LIVORNO – A margine del recente convegno organizzato da Asamar sulla riforma portuale e sullo sviluppo della portualità toscana l’ingegner Marco Conforti, presidente di Assiterminal, ha approfondito con noi alcuni punti di particolare interesse per la categoria che rappresenta.
Presidente, nel suo intervento al convegno ha espresso un parere favorevole sull’operato del governo nel settore portuale riconoscendo ad esso una fattività che precedentemente non c’era; relativamente alle concessioni dei terminal cosa prevede?
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Sono fiducioso, credo che questa volta andremo in fondo e presto. Il regolamento sulle concessioni rappresenta un provvedimento di straordinaria importanza per noi; lo attendiamo da quando esiste la nostra categoria, esattamente da 22 anni e tre mesi. Sia ben inteso, in questi anni non c’è stata una vera vacatio legis perché la quasi totalità delle autorità portuali (23 sulle 24 esistenti) si è avvalsa dei criteri, più generali, del codice della navigazione. Ma auspichiamo una regolamentazione per avere un quadro normativo che ci accompagni per i prossimi trenta anni; così finalmente alcune regole generali saranno valide per tutti, senza lasciare spazio alla possibilità di interpretazioni. Siamo convinti che si possa fare ed in questa occasione misureremo la volontà del governo nel volerla realizzare.
In quale campo oggi, in mancanza di regole mirate, sono avvertiti i maggiori problemi?
In campo fiscale e tributario. Esistono tre municipalità che pretendono l’imposizione di tributi patrimoniali a carico del conduttore dei terminal che ha in concessione dei beni demaniali. Nonostante si giunga ogni volta ad un confronto in tribunale da cui esse escono regolarmente perdenti, riteniamo in ogni caso – come associazione – che sia necessario eliminare ogni possibile interpretazione. Chiediamo che venga fatta chiarezza per evitare soprattutto l’effetto distorsivo che tali situazioni producono, prima ancora che l’aggravio dei costi. Proprio in Toscana esiste il caso singolare di una sovrattassa sulle concessioni demaniali ed essendo il suo mercato extra-regionale, come è ovvio, – ciò discrimina gli operatori toscani per i maggiori costi che ne conseguono.
Sul tema della pesatura dei containers Assiterminal ha espresso una grande preoccupazione; doveva essere già stato emanato un decreto…
Riteniamo la questione del peso certificato un’emergenza. Siamo molto preoccupati perché a distanza di poche settimane dalla data dell’implementazione fissata per il 1° luglio ancora oggi non sappiamo come l’oggetto della convenzione, ovvero la pesatura dei contenitori, potrà essere effettuata. Eppure abbiamo avuto incontri quasi quotidiani sul tema, che è complesso ma va risolto.
Nel convegno si è parlato di una necessità sempre maggiore di alleanze fra i grandi operatori dei terminal portuali; quali effetti pensa che potrà produrre?
Nello shipping si è avviata da tempo una serie di concentrazioni: alle megaships corrispondono mega-operatori fra i liners. Le alleanze avvengono nel mercato dei containers così come in quello delle crociere. Fra i terminal portuali il fenomeno non è ancora così evidente ma esistono i processi di acquisizioni; il più recente è quello del gruppo Hutchison Port Holdings di Hong Kong verso quote della società terminalista egiziana AICT. Questo orientamento ormai è confermato e nasce dalla volontà dei grandi operatori del trasporto di relazionarsi con grandi operatori terminalisti. L’Italia è il terzo paese europeo in termini di tonnellaggio ma è sedicesimo in termini di scalo medio: per una questione di conformazione geografica abbiamo un eccessivo numero di autorità portuali che dal lato amministrativo devono essere collegate tra loro. Un processo per facilitare le unioni di più operatori sarebbe auspicabile.
Presidente, qual è la sua idea sull’accorpamento dei porti? E sull’eliminazione dei comitati portuali?
A mio parere non esiste un numero ideale dei porti ma esiste invece un principio preciso: l’ambito amministrativo in cui lo Stato e gli enti locali gestiscono i porti deve essere dimensionato all’ambito del mercato. Questo per non far competere le amministrazioni pubbliche tra loro. Ritengo che la competizione si debba svolgere tra gli operatori e poi, tra gli Stati, così come succede nel Nord Europa dove opera un solo porto, al massimo due, per ogni nazione. Riguardo ai comitati portuali: il consigliere Russo nel corso del convegno Asamar ha detto che non potrà più esserci un momento di decisione amministrativa pubblico-privata e noi ne prendiamo atto. Ma ha detto anche che il colloquio nel merito della pianificazione della gestione avverrà su dei tavoli che si andranno a costruire – non solo locali come prevede lo schema del decreto, ma anche nazionali – come noi abbiamo proposto. Saremo lì a costruirli insieme.
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Prima di andare in stampa riceviamo una notizia riservata dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto relativamente alla pesatura dei containers che ci conferma che la questione è in evoluzione continua. La nota sottolinea in sostanza che il decreto, con le procedure applicative, è di fatto già pronto. Tuttavia, da una serie di contatti con gli omologhi presso le altre amministrazioni europee in materia, sono emerse differenti soluzioni alle tematiche proposte dalla nuova normativa. Per tale motivo è stato sollecitato un intervento della Commissione Europea “finalizzato a definire un approccio comune alla questione da parte dei paesi membri”. La Commissione ha convocato un incontro ufficiale a Bruxelles per giovedì prossimo 21 aprile, al quale parteciperanno le Capitanerie italiane quale amministrazione competente.
Cinzia Garofoli
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