Ma per Merlo invece i tempi sono stretti
ROMA – I timori del Consiglio di Stato sulla Riforma a due velocità? Per Luigi Merlo, già presidente di Assoporti, poi dell’Authority di Genova e oggi consigliere (ascoltato) del ministro Delrio sui temi portuali, il problema esiste ma non condizionerà il cuore della riforma.
[hidepost]In un veloce scambio di opinioni con la nostra Cinzia Garofoli, Merlo ha dato la sua versione – che è quella del governo – sulla Riforma e sui suoi tempi. Una versione che ovviamente differisce con quella che abbiamo riportato più sopra. Intanto le commissioni parlamentari: hanno avuto un termine, il 16 luglio, per esprimersi (pareri obbligatori ma, ricordiamolo, non vincolanti). Il che significa, secondo Merlo, che entro la fine di luglio la Riforma potrebbe anche essere approvata. O meglio: sarà approvata.
Quali sono i punti forti, accorpamenti di Autorità di sistema a parte? Il fatto che spariscono i comitati portuali, sottolinea Merlo, che da tempo si sono dimostrati pletorici e infarciti di rappresentanti di interessi specifici, spesso in grado di condizionare o rallentare scelte nell’interesse generale. Merlo crede molto nei tavoli tecnici che saranno creati nei ministeri, dove la visione dal centro sarà libera dai condizionamenti localistici. E dove ci sarà finalmente un coordinamento nazionale in nome del sistema e non con interventi “a pioggia” sulla base delle pressioni locali.
Luigi Merlo ha anche espresso un altro importante concetto: gli interventi dello Stato sui porti non potranno più finanziare opere dei terminal in concessione, ma saranno focalizzati sui dragaggi e sulle opere di protezione foranee (dighe), sulla base di progetti che dovranno essere attentamente vagliati nell’interesse del “sistema” nazionale.
Che dire? Idee sane e condivisibili sui principi e sulla sostanza. Tutto starà, ovviamente, sul come – e sul quando – si riuscirà ad applicarle.
A.F.
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