Trieste primo scalo per merci via treno
Significativo workshop con i rappresentanti delle Ferrovie – L’automazione degli scali
TRIESTE – Il porto investe in maniera pesante sullo sviluppo dei collegamenti ferroviari, per crescere nei mercati di riferimento del Sud e dell’Est Europa.
[hidepost]Di ferrovia e di treni si è parlato al Propeller Club di Trieste dove, per la prima volta, sedevano allo stesso tavolo i rappresentanti di Autorità Portuale e di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) grazie ad un dialogo riavviato con forza nell’ultimo anno.
Non a caso il ministro Graziano Delrio, in una recente intervista alla stampa, ha sottolineato come il Governo intenda puntare su Trieste e Genova come hub logisticoportuali in riferimento dei rispettivi mercati. “Trieste è l’unico porto italiano con servizi intermodali che vanno oltreconfine – ha spiegato il Commissario dell’Authority, Zeno D’Agostino, – e nel 2016 puntiamo a diventare il primo porto ferroviario d’Italia (oggi è La Spezia, ndr). Perchè proprio la Ferrovia è elemento strategico di Trieste, oltre ai fondali naturali di 18 metri ed al Porto Franco”.
A confermare l’impegno di Rete Ferroviaria Italiana sullo scalo regionale del Friuli Venezia Giulia è stata Rosa Frignola, direttore commerciale dell’Asse orizzontale per la società proprietaria dell’infrastruttura. Frignola ha spiegato, in sintesi, le strategie nazionali per quanto relativo alle merci, dove si intendono potenziare le linee di valico ma anche quelle delle infrastrutture portuali. “Stiamo potenziando la linea Trieste-Tarvisio e stiamo lavorando in questo senso anche per potenziare la direttrice Torino-Trieste. Per il porto di Trieste – ha detto ieri l’ingegner Frignola – si sta rileggendo l’intero Piano del ferro, in modo tale da modificare il fascio dei binari di arrivi e partenze e di quelli che vanno ai moli principali, per garantire una movimentazione separata ai vari terminal”.
Ha anche confermato che RFI ha avuto un finanziamento pubblico di 50 milioni di Euro per un intervento che ridisegnerà il layout della parte di sedime ferroviario nel Porto di Trieste appartenente ad RFI.
L’ingegner Roberto Carollo, consulente per conto dell’Autorità Portuale, ha illustrato le linee di intervento, in parte già iniziato, da parte di APT per la manutenzione straordinaria e l’automazione degli scambi ferroviari nella parte di sedime di pertinenza della stessa APT.
Ha anche illustrato le linee guida ma non i dettagli, ancora in attesa di approvazione ufficiale, del piano d’incremento della capacità ferroviaria sempre a cura e nel sedime di APT. Nel frattempo è entrata a regime l’unificazione della manovra ferroviaria all’interno dello scalo, che nel giro di un anno ha notevolmente abbassato i costi ed aumentato l’efficienza della stessa ed incrementando in maniera evidente la competitività dell’intero porto.
“Il nostro futuro – ha anticipato ieri l’amministratore di Adriafer (la società sotto il controllo dell’Autorità Portuale che si occupa delle manovre ferroviarie portuali), Giuseppe Casini – prevede investimenti sui locomotori, un aumento del capitale sociale, l’apertura di un nuovo varco ferroviario e l’estensione della manovra all’autoporto di Fernetti. E ci impegneremo per ridurre ulteriormente i costi e le tariffe”.
Presente all’incontro anche il sindaco di Trieste Roberto Cosolini. Al termine dell’incontro sono seguiti gli interventi degli operatori, ad iniziare da quello di Fabrizio Zerbini, presidente del Propeller Club di Trieste, ma soprattutto presidente di Trieste Marine Terminal, la società che gestisce il Molo VII, terminal container dello scalo. Zerbini, dopo aver ricordato i miglioramenti anche del layout ferroviario messo in atto negli anni scorsi al Molo VII (oggi ha una capacità di 11.000 treni l’anno), ha ribadito le grandi possibilità di crescita per il terminal contenitori. “Il punto di forza di Trieste sono i collegamenti ferroviari: nel raggio di 5-600 chilometri – ha ricordato il presidente Zerbini – sono comprese tante destinazioni del Sud ed Est Europa. TMT, inoltre, è pronta ad investire 188 milioni di euro, 90 nella prima fase, per allungare ed allargare il Molo VII ed attrezzarlo debitamente con nuovo equipment”.
Prima di Zerbini erano intervenuti Paolo Spada, ad di Samer Seaports & Terminals e Francesco Parisi, presidente di E.M.T. In entrambi i casi si tratta di società operative nel traffico ro-ro dell’autostrada del mare con la Turchia.
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