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Emanuele Grimaldi: la “tempesta perfetta” non affonda l’armamento

Emanuele Grimaldi

ROMA – Nella pletora, davvero in crescendo, dei convegni e dei workshop dedicati allo shipping ed alla portualità – qualcuno diceva che se per ogni convegno si mette un mattone per una banchina nuova oggi saremmo il primo sistema portuale del Mediterraneo – la dodicesima edizione del Mare Forum Italy della settimana scorsa a Roma ha segnato qualcosa di importante. E di utile.
Giuseppe Bottiglieri, che di Mare Forum è presidente e fondatore, ha dato una sferzata di ottimismo a un settore, quello appunto dello shipping, che attraversa una crisi e ha segnali forti di depressione. “Le crisi come questa – è la sostanza – sono cicliche, non strutturali. Finché ci saranno merci da trasportare, il mare e le navi saranno fondamentali”. Ovvio? Ma a volte non c’è niente di più dell’ovvio che si perde nel marasma dei conti che non tornano.
[hidepost]Un assist altrettanto significativo è venuto nella manifestazione romana dal presidente di Confitarma e mega-armatore Emanuele Grimaldi. “Grazie anche e specialmente al Registro Internazionale – ha detto Grimaldi – negli ultimi vent’anni i risultati della flotta nazionale ci sono stati e ci rendono orgogliosi”. Grimaldi ha ricordato anche alcune cifre. Gli occupati nel settore del trasporto marittimo sono oggi 63 mila, più altri 100 mila nell’indotto: quando nel 1998 erano 30 mila. negli ultimi dieci anni gli armatori hanno investito più di 15 miliardi di euro. La tonnage tax ha aiutato con forza alla formazione del personale. E lo shipping nazionale contribuisce al PIL per 32,6 miliardi di euro con un valore di produzione di 11,8 miliardi e una flotta di 1500 navi per 16 milioni di tonnellate, la seconda nell’UE e la quarta nel mondo.
L’orgoglio di chi investe, lavora, crede. tanto più da apprezzare in un quadro che non dice niente di buono almeno ancora per i prossimi due anni. Per Bottiglieri la grande crisi, la “tempesta perfetta” che ha portato i noli marittimi sul filo dei 100 dollari nella tratta Asia-Europa, non finirà prima del 2019. Ma il messaggio è lo stesso di orgoglioso impegno: ce la faremo, “aspettando Godot” non con le mani in mano ma lavorando, perfezionandoci, razionalizzando. Sottinteso: le guerre all’ultimo sangue tra armatori non aiutano, fare sistema sarebbe la cosa migliore.
Antonio Fulvi

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Pubblicato il
28 Maggio 2016

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