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Per la gara le strategie e qualche dubbio

  LIVORNO Sarà uno dei temi dell’estate ormai prossima, e non solo nel porto labronico. Perché c’è la netta sensazione che in attesa di capire che cosa succederà per la gara della Piattaforma Europa, quella per la “Porto 2000” si stia complicando ulteriormente. O almeno, presenti delle variabili che potrebbero preoccupare.
[hidepost]Lasciamo stare, al momento, i risultati del dibattito voluto dalla Regione Toscana (con tanto di legge e con una non piccola spesa di 130 mila euro) sotto la guida della graziosa e fortunatamente competente Sophie Guillain. Martedì scorso c’è stata la serata conclusiva con l’assessore regionale Vittorio Bugli: tante parole, tanto impegno, tanti luoghi comuni e anche qualche indicazione utile, che vedremo dove andrà a finire. Il problema vero è un altro: riuscire a capire come risponderà – o meglio: come stanno rispondendo – gli uffici della Porto 2000 alla cascata di chiarimenti chiesti dalle quattro cordate interessate alla gara. Chiarimenti non da poco, visto che ci si chiede come andare in gara quando non si sa quando sarà effettivamente “liberata” l’Alto Fondale dalle concessioni Cilp, quando il TCO si trasferirà dalla calata Orlando e quindi da quando si potrà mettere mano al vero polo crociere. Una parentesi: l’Alto Fondale è soggetta a un impegno della Cilp a mollare solo due degli accosti, non tutti. E la Cilp lo ribadisce a chi glielo chiede, specificando – non senza un filo di malizia – di essere tra i concorrenti alla gara. Vi dice niente? Ma poi c’è anche il problema nel problema. Tra i gruppi che si sono dichiarati interessati alla gara c’è anche una joint-venture che contiene la società della Stazione Crociere di Venezia. La quale tuttavia è nell’occhio del ciclone, in questi giorni (si veda il sito specializzato FAQ Trieste cui spesso ci riferiamo) perché a sua volta è in corso di privatizzazione. E chi ne acquisirebbe il controllo?  Un accordo tra i tre principali gruppi di crociere, che per la “Porto 2000” invece corrono separati.  Facile allora avere in merito qualche perplessità: perché è abbastanza singolare che a Venezia i tre collaborino d’amore e d’accordo mentre a Livorno stiano per combattersi l’uno contro l’altro, sempre sul tema crociere. O siamo noi che, da cronisti digiuni delle grandi strategie, non abbiamo capito niente?

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
17 Giugno 2016
Ultima modifica
24 Giugno 2016 - ora: 11:55

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